L'eccentrico bardo Taliesin ha modi tutti suoi per attirare le attenzioni delle belle dame (e non solo). Anche quando consuma un pasto, non può proprio resistere ed è così che, brandendo un cucchiaio come fosse una spada, ha mostrato come avesse sconfitto un terribile mostro a forma di luna piena dai cento occhi. Interrogato poi dal marito di una di quelle dame, ha giustificato il segno rosso sul proprio collo come un'onorevole ferita di battaglia, un morso della bestia. Il bardo se l'è cavata, ma voi dateci retta: non fatelo a casa!

Souparth aveva combattuto ed era abbastanza sporco, stanco e ferito da non avere altro pensiero: un pasto caldo per lo stomaco e un comodo giaciglio su cui distendersi. La lanterna che ammiccava nel buio lo guidò a un rudere, poco più di una bettola. Ma che importava? Il profumo che ne usciva era invitante. Forse fu colpa della fame, ma quella gli parve la zuppa più buona che avesse mai assaggiato. Fu con questo piatto che Belinda, la cuoca, intrappolò il suo cuore.

Tradizionale apertura presso il falò di ringraziamento al Dio della Guerra Tempus, dopo una fruttuosa caccia. Se siete invitati al rituale, sappiate che lasciare la ciotola sporca e tenersi la pancia, bofonchiando "Sono sazio", è considerato segno di debolezza. E a siffatti guerrieri essa non piace. Non vorrete fare la fine del cinghiale, vero?

Corno Ardente ruggiva e sbavava lava quella notte, condizione perfetta per avvicinarsi al villaggio di Vhalcan senza essere udito. Souparth pensò che consumare un buon pasto prima di incontrare i temibili barbari della capitale di Algol fosse una bella idea, ma i fagioli lo tradirono e al suo "ruggito", persino il vulcano tacque. Colto dai barbari con le mani nella zuppa, non poté fare altro che offrirla in segno di pace. Si dice che essi l'apprezzarono al punto di risparmiargli la vita.