Istruzioni per l'uso
di Francesca Marcis
Nasir portò la scatola in soggiorno un po' come si terrebbe un topo per la coda. Tirò un sospiro di sollievo quando la appoggiò sul tavolo, e stette a lungo ad osservarla in silenzio.
"Sarebbe quella?"
Seph uscì dalla cucina asciugandosi le dita sul grembiule; si fermò, posò le mani sul ripiano in legno di ciliegio e passò più volte lo sguardo perplesso da Nasir al pacco.
"Per quanto la domanda sia scontata, non saprei risponderti con certezza" ammise il marito. "Per lo meno, dovrebbe esserlo. Ce l'hanno spedito così."
"Chissà se funziona."
"Beh, cara, apriamola."
"Fa' pure."
"Io?"
"Certo, tu" annuì Seph con naturalezza, scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi e spostandola dietro un orecchio.
Nasir strappò lentamente il nastro adesivo dal cartone. Esitò, poi sbirciò all'interno.
"Allora, com'è?"
"...grigio."
"Grazie tante." Seph picchiettò scherzosamente un pugno sulla nuca del marito. "Toc toc! C'è qualcosa che funziona qui dentro? L'avevamo deciso insieme. Di ordinarlo grigio, intendo."
Nasir rise, poi frugò nei pezzi di polistirolo ed estrasse un piccolo apparecchio. Se lo rigirò più volte fra le mani e lo passò alla moglie. Mentre lei lo esaminava da ogni lato, lui tolse dalla scatola anche qualche cavo, un paio di libretti di istruzioni multilingue e qualche accessorio più piccolo.
"Chissà se funziona" ripeté Seph.
"Dove va questo?" chiese Nasir, sventolando uno dei cavi.
"Beh, si collega qui" rispose la moglie, indicando un lato dell'aggeggio. "E poi l'altra parte... non saprei..."
"E questo?" domandò ancora, mostrandole una piccola tessera rettangolare.
"..."
Nasir prese uno dei libretti e sfogliò rapidamente le pagine. "...e naturalmente la nostra lingua non c'è."
"E' ovvio."
"Ma perchè tutta questa complicazione?"
Nasir e Seph stettero per qualche minuto e guardare i cavi e le varie parti dell'apparecchio. Alla fine fu la moglie a realizzare ciò che entrambi fremevano dalla voglia di fare: prendere la scatola, rimetterci dentro tutto e lanciarla fuori dalla finestra.
"Gran bel tiro" osservò Nasir sorridendo.
Lei assunse una posa eroica, poi entrambi risero.
"Almeno ci abbiamo provato" concluse Seph abbracciando il marito e baciandolo su una guancia. "Contento? Visto che ci tenevi tanto."
"Non mi piace rifiutare qualcosa solo perchè non lo conosco. Almeno, ora ho un vero motivo per non usare quei 'cosi'."
"Troppo complessi."
"Già."
Si sedettero sul divano, lei in grembo a lui.
"Non riesco proprio a capirli..." borbottò Nasir.
"Chi?" Seph gli accarezzò il mento sbarbato.
"Gli... mmh, com'è che si chiamano? Umani. Sì, gli umani. Quella roba lì" indicò fuori dalla finestra "che chiamano 'tecnologia' è una cosa stupida... Perchè non usano la magia? E' tutto molto più semplice."
"Perchè negano la sua esistenza, così come la nostra."
"Sono una razza ottusa, gli umani. Elfi? Cosa sono per loro? I popoli che vivono nelle fiabe. Ma noi, cara, noi portiamo fieramente le nostre orecchie a punta."
"Sì, amore. E non useremo mai quei... 'cellulari'? per comunicare a distanza. La magia risolverebbe tutti i loro problemi, se aprissero gli occhi..."
"Lasciamoli ciechi, come loro desiderano."
Commenta questo racconto