La rupe
di Barbara Poscolieri

Mi sporgo dalla rupe e guardo la gente radunarsi attorno al corpo della guerriera.
Poveri stolti, credevano bastasse una ragazzina per sbarazzarsi di me. Che mi lascino in pace... Che mi lascino nell'ombra...
Serro le zanne attorno al collo della capra e la trascino nella tana per divorarla. Ormai è questo che sono, è questo ciò che faccio. Uccido. Un tempo ero qualcosa di diverso, ma quel tempo è passato e il lupo ha preso definitivamente possesso di me, della mia vita, dei miei ricordi.
Un suono di applausi mi distoglie della cena. La guerriera deve essere sopravvissuta alla caduta. Poco male, non costituisce un pericolo. È precipitata senza neanche riuscire ad avvicinarsi. Se sarà tanto imprudente da tornare, non farà una fine migliore di questa capra.
I miei artigli imbrattano di sangue il manto dell'animale, i canini strappano brandelli di carne. Questo è il pasto di un lupo.
Ma qualcosa attira di nuovo i miei sensi, le orecchie si drizzano e la coda si agita mentre fiuto l'aria.
Sta tornando.
Mi ritiro nell'ombra, lasciando la carcassa come lugubre segno della mia presenza.
Il suo odore si fa più intenso, il respiro più vicino, sento il calore del suo corpo, il battito del cuore… Ricordi di una vita lontana mi invadono la mente, tracce di un passato che il presente ha dilaniato. Scaccio quei pensieri con rabbia: devo uccidere la guerriera.
I miei occhi lampeggiano, gialli e minacciosi si fissano sulla figura che compare sulla rupe. Con un balzo le sono addosso, ma lei è abile: sfodera la spada prima che le mie zanne si chiudano sul suo collo ed entrambi rotoliamo in un abbraccio mortale. La mia forza la sovrasta, è normale, io sono lupo, lei umana. La costringo a terra e per la prima volta incrocio il suo sguardo, uno sguardo che mi penetra nell'anima e mi sfiora il cuore risvegliando qualcosa che credevo perduto.
Quegli occhi…
I ricordi tornano ad aggredirmi, le emozioni di un tempo scorrono in me senza che io riesca ad arginarle.
È lei.
Perdo lentamente le forze, mi allontano per tornare tra le tenebre.
È lei.
Allora è vero…
Il lupo trema: ridicolo.
La guerriera si rialza e solleva la spada per difendersi. Non sa che non attaccherò. Come potrei? Ora che so chi è. Ora che so chi sono. Chi ero… Non si può tornare indietro, non più, ma ora ricordo: ero un essere umano una volta. Provavo emozioni, amavo… amavo lei… disperatamente… tanto da morire, da rifiutare la mia umanità quando se n'è andata. Così è nato il lupo. Così sono divenuto ciò che sono.
Non si può tornare indietro.
La sento avvicinarsi alle mie spalle… Non mi ha riconosciuto e come potrebbe? È qui, la spada nel pugno, la determinazione sul viso.
Forza amore mio, colpiscimi e uccidimi di nuovo.
Qualcosa brucia dietro ai miei occhi, caldo e umido. Sì, ricordo. Lacrime.
Il fendente non arriva ma qualcosa di ben più letale trafigge il mio cuore:
il pianto di lei.

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