La fuga
di Nicoletta Piazzi

Ed ancora il monotono rumore degli zoccoli che ritmano il galoppo del suo roano, le rimbombava nel cuore e nella testa come un martello pneumatico degli antichi.
Ed ancora si snocciola come un rosario la serie dei rimorsi e dei sensi di colpa.
Ed ancora Lei si volta indietro, nel turbine della corsa, del mantello e dei pensieri, per ripercorrere i chilometri che ha consumato nel viaggio e nel rimuginare.
Laggiù, al di là delle vette spruzzate di neve e solcate da grigie lingue di ghiaccio, ritornano in continuazione la mente ed il cuore.
E come un flashback rivede davanti agli occhi il nastro degli ultimi giorni.
Alla ferale notizia che l'Oscurità era in arrivo molti umani si sono messi in marcia, alla ricerca di un luogo diverso in cui vivere, più sicuro per tutti. Un luogo lontano, oltre i monti, oltre i mari.
Lei non voleva partire.
Lei voleva la sua terra lambita dal grande fiume, voleva la pianura verdeggiante dove i cavalli volavano al galoppo tra messi dorate.
Lei voleva la sua bella casa bianca e azzurra, dove la sua famiglia poteva cantare… Ma appunto la salvezza dei suoi figli l'aveva spinta a scegliere l'esilio…
Lentamente sta calando la sera, ma Lei continua il suo viaggio disperato, mentre le lacrimano gli occhi e l'anima.
Laggiù, al di là del tempo, ha dovuto lasciarsi dietro le spalle una fetta di cuore, abbandonare a se stessi gli anziani genitori, che per età e malattia non hanno voluto intraprendere quella azzardata avventura.
Non sa quale sarà la loro sorte, ma sente di non aver avuto abbastanza coraggio da rimanere con essi.
Chissà se l'Oscurità sarà già arrivata alla loro porta …
Chissà se questa nebbia è l'avanguardia dell'oscuro terrore, che da secoli si tramandava per spaventare i bambini, e che ora è diventato reale. Esseri immondi, creati dalla magia arcana dell'era tecnologica, hanno ormai invaso il pianeta e nulla può sfuggire alla loro furia…
Nemmeno la musica può fermare l'orrore!
Nessuno ormai canta più.
L'unica melodia è quella del vento che fischia notizie nefaste.
L'unico ritmo è il galoppo che porta lontano.
Ad ogni metro Lei si ripete che non può continuare, ad ogni metro aumenta la distanza, aumenta la salvezza per i suoi figli, ma dietro la nebbia che avanza cosa si nasconde? I lugubri emissari del Male riusciranno a raggiungerli e a ghermirli?
Ad ogni metro ha la tentazione di girare il cavallo e tornare indietro…
Tornare indietro per non pentirsi più della propria decisione, tornare indietro per affrontare i propri demoni e quelli di tutti…
Ma ad ogni metro si accorge che la paura e i rimorsi non sono abbastanza forti per cancellare le sue colpe e trovare la redenzione.
Così, mentre una tristezza senza fine sprofonda nelle sue viscere e l'angoscia la fa da padrona nella sua testa, continua a seguire la strada senza più voltarsi indietro, ma lasciando sul terreno umido di pioggia brandelli d'anima, che lentamente vengono fagocitati dalla nebbia e dal buio.

Commenta questo racconto