La bambina e l'usignolo
di Ivan Salandin

C'era una volta una bambina che viveva in una grande casa.
Era sempre sola così, per distrarsi, faceva lunghe passeggiate per il suo giardino.
Avrebbe voluto tanto saper parlare con gli animali.
Un giorno un usignolo arrivò in quel giardino per riposarsi e vide quella bambina che, seduta a terra, parlava con delle rose come fossero delle sue care amiche.
Incuriosito da quel comportamento, si avvicinò saltellando.
Lei non si accorse della presenza di quell'uccellino fino a quando non le fu vicino. Sorrise nel vederlo e, temendo di farlo scappare, non parlò.
L'usignolo la fissò per qualche istante, osservando quei grandi occhi scuri.
Poi parlò.
"Perchè parlavi con i fiori?"
La bambina era sbalordita.
"Ehi bambina", continuò l'uccellino "non dirmi che parli solo con le rose?!"
"Nono", si affrettò a rispondere la bambina "è solo che... sei il primo animale che incontro, che mi parla e che riesco a capire!" La bambina rise e il suono che produsse era bello come aprire un regalo nel giorno del proprio compleanno.
"Sai, io viaggio molto, però non avevo mai incontrato una bambina a cui piacesse parlare con fiori e animali. Non hai degli amici?"
A quella domanda, la bambina si intristì.
"Purtroppo sono sola" gli disse "Non ho le chiavi per aprire il cancello e il muro è troppo alto per poterlo scavalcare".
L'usignolo le si avvicinò per consolarla.
"Non essere triste: da oggi ti terrò io compagnia!"
I due diventarono presto inseparabili: dormivano assieme sotto le fronde dei salici piangenti, giocavano tutto il giorno e, quando erano stanchi, si sdraiavano sul prato per guardare le nuvole e inventare storie con le figure che riuscivano a vedere.
Un giorno l'usignolo trovò un passaggio nel muro. Subito chiamò la bambina.
Una volta fattole vedere la sua scoperta, l'uccellino l'accompagnò fuori: voleva farle vedere il mondo.
Andarono al luna park dove lei assaggiò le frittelle e andò sulle giostre, poi al cinema, poi in altri parchi dove c'erano molti bambini.
La bambina, nonostante la timidezza, si divertiva.
I giorni si susseguivano veloci come farfalle tra le scoperte che facevano e le passeggiate riposanti per il parco, fino a quando...

...un giorno, mentre l'usignolo e la bambina giocavano nel parco, l'uccellino guardò il cielo, nostalgico: gli mancava l'aria fredda che scivolava sulle sue piume mentre volava, la voglia di superare le nuvole e scoprire, dall'alto, il mare e le montagne.
L'usignolo non era più felice come prima: voleva tornare a volare.
Non voleva lasciare la sua amica, però…

Una mattina la bambina si svegliò e trovò accanto a se alcune piume dell'uccellino. Diventò triste pensando di essere stata abbandonata, ma quando si guardò attorno vide che c'erano tanti altri uccellini e bambini attorno a lei.
La bambina si asciugò le lacrime e sorrise.

...ora, non so bene cosa accadde.

L'unica cosa che so è che la bambina non rimase mai più sola e ogni tanto di notte, quando tutti dormono, un uccellino si posa vicino a lei per tenerle compagnia durante il sonno.

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