Gli Ultimi
di Angela Catalini

Avevo solo una storia da dare in pasto a venti lupi famelici.
In tasca un manciata di frammenti di vetro, alle spalle il passato che non muore.
Iniziai a parlare, la voce incerta.
" Erano forti e pronti a tutto " dissi.
I lupi ascoltavano. Non era stato facile riunirli, erano schegge impazzite di odio. Continuai.
" Nell'arena non c'era posto per la paura. Quella ti avrebbe ucciso all'istante e loro lo sapevano."
Nessuno si mosse, nella luce fioca della sera il bagliore delle lame che accarezzavano.
" Il primo fu trafitto da una lancia e gli furono subito sopra. In tanti. Lo dilaniarono."
" Il secondo fu schiacciato da un Sauro. Gli altri combattevano sulla piana di Grisa."
" Alla fine della giornata erano rimasti in venti."
I lupi si misero seduti uno dopo l'altro. Ora sembravano bambini.
" Quando l'ultimo tiranno fu abbattuto si levarono grida di gioia perché la terra era salva. I predatori si allontanarono lasciando i loro morti a terra in un fiume di sangue giallo. " Indicai la villa.
" Quelli sono gli uomini che hanno fatto la storia " dissi.
I lupi-bambini guardarono verso l'ospizio. Le falene danzavano sulla veranda illuminata a giorno.
Gettai a terra i frammenti della vetrata infranta quel pomeriggio. Uno dei vecchi era rimasto ferito al braccio. Gli altri si erano spaventati moltissimo.
" Voi potete continuare a offenderli, a beffeggiarli " dissi. " Oppure potete onorarli."
La luna era un cerchi perfetto nel cielo.
I lupi se ne andarono.
Restarono solo i bambini.

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