Chimera
di Gianfranco Monfardini

Sono nato il 24/9/2007, in un laboratorio di Londra, così mi raccontò mia madre...
Mia madre... Ho sempre pensato a lei nel senso vero della parola, nel suo più profondo significato. Ma ora che sono cresciuto e che lei è stata costretta a raccontarmi la verità... Il mio cuore vorrebbe ancora chiamarla mamma, ma il mio animo straziato grida di dolore e rabbia...
Fu quando cominciarono le prime... stranezze, quando la mia pelle cominciò a mutare di colore e d'aspetto. Che fossi stato un ragazzo speciale, l'avevo sempre saputo: le mie piccole ferite si rimarginavano subito, ma poi... Prima si formarono delle chiazze nere striate di giallo sul petto, poi cominciarono ad espandesi anche sulla schiene... Fu allora che mi raccontò. Avevo solo 16 anni.
Mi disse che ero nato in un laboratorio di ricerca e che il mio embrione, come tutti i miei fratelli, avrebbe dovuto essere eliminato dopo quattordici giorni.
Eliminato.
Quattordici giorni.
Due settimane di vita.
Trecentotrentasei ore.
Ventimilacentosessanta minuti. Tanto avrei dovuto vivere.
Ma io ero speciale. Molto speciale. I miei fratelli erano embrioni bovini, a cui era stato impiantato materiale genetico umano. Io no, io ero un embrione umano a cui era stato inserito genoma animale: salamandra.
Ero una violazione ai protocolli della ricerca medica, ma in nome della scienza quanti illeciti hanno commesso...? Quanti innocenti hanno immolato sugli asettici altari della ricerca e della medicina...?
Fui tenuto segretamente in vita, e quando mi sviluppai mi impiantarono nell'utero di una delle ricercatrici, mia madre, che portò a termine la gravidanza.
Per i primi due anni fui analizzato come una cavia di laboratorio: studiato, esaminato, prelievi di sangue, di cute, carne e midollo. La salamandra che era nel mio genoma non reagiva. Ero un fallimento costato milioni di sterline.
Quando nel 2011 la Commissione Etica Europea impose lo stop alle sperimentazioni divenni uno scomodo moccioso, e fui affidato alla dottoressa che mi diede alla luce.
Adam, mi chiamò. Buffo vero? Adam C. Wright.
Mia madre dovette dimettersi e trasferirsi lontano. Nessuno doveva sapere.
Quando la salamandra si destò in me, lei non poté fare a meno di rivelarmi il segreto che custodivo. Era la salamandra che quando mi ferivo rigenerava le mie lacerazioni, e che se avessi perso un arto me lo avrebbe rigenerato nel giro di pochi mesi. Mi disse anche che dovevamo tornare a Londra per riprendere le analisi e le sperimentazioni... mi disse che io ero la nuova frontiera della medicina.
Io ero la nuova frontiera della medicina...
Ma chi ero io, veramente? Un essere umano? Un animale? Oppure un mostro?
Quella notte avvenne un altro cambiamento in me, ma non era la salamandra... era qualcosa di più recondito e nascosto. Qualche cosa di realmente bestiale. Era l'uomo che si ribellava alla natura delle cose.
Fuggii e mi nascosi nei boschi. Vagai per giorni, mesi... anni. Nessuno mi vide più, e se mi vedesse ora non riconoscerebbe in me un uomo... ma una Chimera.
Adam Chimera Wright. Buffo, vero?

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