Il Nemico
di Gianfranco Monfardini

Continuavano a guardarlo...
Immobili, come pietrificati, lo guardavano con occhi sbarrati.
Quell'enorme ferita da cui fuoriuscivano le viscere... tutto quel sangue e quell'odore nauseabondo...
Fu infine Hans a spezzare la surreale immobilità della scena. Molto lentamente si tolse l'elmo. Il suo capo rasato era imperlato da mille goccioline di sudore.
Sudore freddo.
Deglutì nervosamente, gli fece male ingoiare quella saliva. La sentì scendere lungo la gola, l'esofago... sembrava d'ingoiare pezzi di vetro.
Con voce tremante si volse verso l'uomo alla sua destra:
<Signore...>
Nulla... l'uomo era ancora sotto shock.
<Signore... - insistette - ...Gerhard...>
A quel nome, finalmente, l'uomo si scosse. Aveva il volto stravolto. Ancora non voleva crederci... Volse lo sguardo stralunato prima verso Hans, poi verso il terzo uomo del gruppetto, Klaus. Le gambe gli tremavano, come del resto anche agli altri due. Si tolse il cappello e passò una mano fra i madidi capelli biondi.
<Signore... - ora era Klaus che lo chiamava - ...cosa dobbiamo fare?>
Gerhard tornò a guardare il corpo senza vita del gigante che avevano ucciso.
Misurava all'incirca tre metri, i lunghi capelli neri, i muscoli scolpiti, la perfezione di quel corpo nudo... quelle immense ali piumate... La sua spada giaceva poco distante da dove era caduto.
Gerhard si sentiva male... Gerhard stava male! Aveva degli atroci spasmi alla bocca dello stomaco, una forte nausea e delle improvvise vertigini. Aveva voglia di urlare, di gridare, di piangere, di... non lo sapeva nemmeno lui. Da quel momento non sapeva più nulla.
Gli altri due lo videro impallidire, non che anche loro stessero meglio, ma lui era il loro capo... il loro comandante...
<Signore...> <Zitti! - urlò improvvisamente - State zitti... state zitti...>
La lingua gli si era incollata al palato... la vista cominciava ad annebbiarsi.
Strinse i denti, e senza degnare di uno sguardo i suoi uomini, Gerhard tornò a passo incerto verso la tenda. Volse ancora la testa verso il corpo senza vita... quella pelle eburnea, i capelli setosi e le morbide ed ampie ali...
Quando fu nella tenda si sedette su di uno sgabello, sospirò tremante e si passò una mano sul volto fradicio. Gli ci volle ancora un attimo prima di poter nuovamente agire.
Le sue mani erano pervase da un tremito nervoso. Aprì la cassetta di legno e depose sul tavolo l'oggetto metallico che conteneva. Innestò un paio di cavi, spiegò l'antenna ed alimentò la radio a transistor.
<Kzzzzz...> un fastidioso ronzio fuoriuscì dalle cuffie. Ruotò la manopola della sintonia sino a quando non trovò la frequenza che cercava.
<Qui postazione batteria antiaerea FlaK 18, posizione Dresda 184 sud 251 sudest. Sono il tenente Gerhard Schweiz... Voglio parlare immediatamente con l'alto Maresciallo della Luftwaffe. Immediatamente. Si, avete capito bene. Voglio parlare con il Maresciallo Göring... No signore... Certamente, signore... Il fatto è che... è che qui abbiamo un grosso problema, signore...>;

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