Immortale
di Daniele Conventi

Lui era Darguer, nulla l'aveva mai ferito .La sua spada, nera d'ebano, aveva assaggiato il sangue di migliaia di soldati… per quattrocento anni.
I cannoni gli fischiavano intorno e le grida dei guerrieri echeggiavano nella landa distrutta. Ferro e sangue si mischiavano in un crudele ballo. Polveri e fumi oscuravano il cielo ad immagine della cappa della morte,unica dama che tutti sembravano voler baciare, mentre sciami di frecce coprivano quel poco di luce naturale rimasta a baluardo delle anime umane.
Darguer camminava con passo sicuro e lento mentre quel poco di umanità rimastagli si tramutava in odio. L'armatura completa, rosso cremisi, rendeva la sua possente figura ancora più minacciosa, mentre l'elmo ne copriva gli occhi color sangue.
Nulla l'ostacolava nel suo tragitto, lungo la strada verso l'obiettivo: tre metri d'altezza per un essere dalla muscolatura violacea che avrebbe fatto invidia ad un titano, due ali di pura nebbia venefica gli permettevano il volo, mentre con zanne ed artigli lacerava le carni di quegli stolti mortali che lo sfidavano. Questo era Kairn, l'ossessione di Darguer.
L'immortale, ormai a pochi passi dal demone, estrasse la spada, i suoi due metri erano gnomici in confronto a quel mostro, ma nulla importava.
<<Quanto tempo guerriero!>>voce grottesca, quella creatura dell'inferno sembrava conoscere l'avversario <<Cosa desideri questa volta?>>.
Darguer guardò Kairn dritto negli occhi, e senza neanche un cenno di paura rispose con disprezzo<< La tua testa…>> prima di caricarlo senza esitazione.
Il demone parò la carica con un braccio nudo, fermando completamente la spada. Il guerriero rise sotto l'elmo, sapeva che non sarebbe bastato quello a ferire il suo nemico, quindi gettò a terra l'arma e si concentrò sull'odio che gli colmava il cuore.
Il suo aspetto mutò, l'armatura prese i contorni perfetti della possente muscolatura del guerriero, quasi una seconda pelle, mentre le dita divenivano artigli affilati. Ali scheletriche lambite da fuochi infernali si aprirono sulla schiena dell'immortale.
Lo scontro che seguì non fu nemmeno immaginabile. La guerra intorno a quei due esseri divenne un sottofondo al mare di fuoco e tempesta che imperversava su quell'inferno di battaglia.
Folgori e pioggia, come lacrime ed urla di dei spettatori rendevano lo scenario apocalittico. I due demoni si laceravano con zanne, artigli ed ogni genere d'empio potere, volteggiando nei cieli, prescelti e maledetti al contempo. Le loro urla, blasfeme e spettrali, rimbombavano mentre le loro ali, sbattendo, inondavano il terreno di veleni e piogge di fiamme.
Lo scontro durò per giorni e vide Darguer vincitore, e l'anima di Kairn dannata in eterno.
<<Lei è con me, un pegno del tuo aspetto…>> furono le ultime parole, e motivo ultimo di quello scontro, dell'odiato Kairn.
Ormai solo, l'immortale era davanti all'unica spada che poteva ucciderlo, in ginocchio, sanguinante. Quella sua impenetrabile armatura era inutile , lui stesso voleva morire. L'immortalità senza scopo era la vera dannazione, e la vendetta, l'unico che gli era stato concesso, era svanita.
<<Il patto è sciolto…il pegno va restituito>> fu la sua ultima frase prima di morire trafitto dalla sua spada.

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