Graal: alla ricerca del tesoro perduto
di Matteo Mancini
Uno scalpitio di zoccoli tambureggiava nel sentiero montano, scandendo il passo ai tre guerrieri che avanzavano tra le felci, brandendo sciabole insanguinate. I petti dei loro destrieri erano intrisi di rosso, mentre a valle campeggiavano i cadaveri dei cavalieri caduti in battaglia.
- Guardate laggiù -, urlò uno dei forestieri, puntando la spada verso il crinale della montagna, - dobbiamo raggiungerla prima che sia notte!
I compagni si arrestarono ad ammirare le sagome degli abeti che torreggiavano a occidente. Oltre di essi, il sole si stava inabissando, dipingendo di rosa il firmamento. Gran bello spettacolo, ma non c'era tempo da perdere, così ripartirono al galoppo.
Raggiunsero la vetta prima che l'oscurità ingoiasse le forme del mondo e si prepararono ad assaporare il sapore della vittoria: il Graal era, ormai, a un passo dalle loro mani…
Erano partiti in cento, ma solo in tre erano sopravvissuti alle paludi e alle lance dei Montanari. Già, così veniva definito l'esercito di guerrieri che si narrava fosse stato incaricato da Dio per proteggere il tesoro più importante dell'intera umanità. Quella legione, ora, era stata annientata e nessuno avrebbe più potuto fermarli.
- Cercate nell'occhio che sovrasta la vallata -, aveva detto loro lo stregone, - è lì che troverete il Graal, ma fate attenzione, perché pochi lo sapranno apprezzare.
Non aveva aggiunto altro, ma i tre erano certi che l'occhio in questione fosse lo squarcio sferico che si apriva nella montagna, a poche centinaia di metri da loro. Piante appassite e alberi scheletrici costituivano la sinistra scenografia di quel posto silenzioso. Si avvicinarono con cautela, fin quando una serie di nitriti schiantarono la quiete. I cavalli scalciarono gli anteriori verso il cielo infuocato e scartarono via imbizzarriti, correndo nel vento. In un battito di ciglia, i tre guerrieri si ritrovarono nella melma.
- Il terremoto! - urlò uno dei forestieri, - il terremoto!
- No, non credo -, gli rispose un compagno, - ascolta bene, è un qualcosa di periodico.
Si guardarono attorno con circospezione, poi, un violento sibilo li fece raggelare. Dall'ombra della caverna apparve un qualcosa di verde ricoperto di scaglie. Era enorme. L'essere avanzò lentamente, poi, stese le ali membranose e lanciò un ruggito, sputando una lingua retrattile dalla bocca di coccodrillo. I tre impugnarono sciabole e scudi e partirono all'attacco, ma un gettito di fuoco liquido li avvolse. L'essere roteò la testa, poi, planò in volo verso di loro, affondando le fauci nella carne. Le urla danzarono, come in una folle giostra, sotto lo sguardo di una pallida luna.
Uno dei tre, parzialmente protetto dall'armatura, riuscì a strisciare nella grotta e vide, per un attimo, il Graal. Ne fu deluso, perché quello che scrutò non era ciò che pensava. Non c'era alcun calice d'oro, né altro oggetto di valore materiale, ma la conoscenza finale: il disegno divino di cui l'uomo è parte integrante. Fu un breve sguardo nell'abisso dell'onniscienza, poi, un dolore improvviso gli morse le cellule cerebrali e le tenebre calarono implacabili.
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