Il Lago delle Sette Fontane
di Dolceluna
Quello era l'Anno della Prova.
L'acquitrino ai piedi del Monastero di Misericordia, si trasformò in un lago scintillante, alimentato dalle gelide acque, che le Sette Fontane di Virtù riversavano in lui.
I Cavalieri senza Regno giungevano da tutto il paese, speranzosi.
Prima di spegnersi senza discendenza, l'ultimo Re aveva fatto visita ad una Novizia che, si diceva, possedeva il Dono.
Il Re, provato dall'incontro e, presagendo la propria fine, dettò condizioni per la nomina del successore.
L'editto diceva: "Il decimo anniversario dalla mia morte, ogni Cavaliere o il primogenito della casata, purché d'età non inferiore ai sedici anni, si recherà al Monastero e s'immergerà nel centro del lago e qui resterà per il tempo di sette minuti scanditi dalla meridiana. Chi sarà in grado di ricevere il mio sigillo, dalle mani della Badessa, sarà Re, e la sua progenie dopo di lui"
Nei canti tradizionali v'erano parole d'orrore, a ricordare il primo equinozio; corpi atrocemente mutilati o inghiottiti dalle acque e mai restituiti.
I tentativi successivi, non sortirono migliori effetti; alcune casate attendevano l'età del loro Campione, altre, senza discendenza, abbandonarono ogni pretesa, altre ancora, si allearono combinando matrimoni.
Nei decenni che stavano tra un tentativo e l'altro, i pretendenti amministravano il regno, legiferando in gruppo e spartendosi i proventi delle tasse e delle rendite. C'era qualche scaramuccia, ma nulla che non poteva risolversi con una discussione accesa o con una prova d'abilità tra i detrattori. L'elevato numero di vite, perse nelle prove dell'equinozio, aveva convinto i Cavalieri dell'inutilità di combattersi a vicenda.
Si viveva bene senza Re ma, il non averlo, rendeva il regno debole agli occhi dei Re confinanti.
Si avvicinava il secondo centenario, quando accadde un fatto imprevisto.
Il Re dell'Ovest impugnò l'editto e pretese di partecipare; ne aveva diritto, disse, e in caso di vittoria, avrebbe reclamato quelle terre.
I Cavalieri, paventando l'invasione, accondiscesero a questa richiesta e subito altri Re vollero aderire.
Sulla riva del lago si radunarono tanti Re, quanti l'attuale Badessa non n'aveva mai visti.
A turno dovevano percorrere il camminamento di pietra che, partendo dalla riva destra, lambiva l'acqua limacciosa e s'inabissava in gradini al centro del lago.
Il Re dell'Ovest, si arrogò il diritto di provare per primo e, sotto lo sguardo attento degli astanti, con fare sfrontato, percorse il camminamento; immerso che ebbe le caviglie, il lago lo risucchiò, rendendo di lui solo il sigillo.
Un brusio sbigottito si levò dalla folla; i Re presenti confabularono concitati fino a che, un araldo comunicò alla Badessa che nessun Re avrebbe tentato più.
I Cavalieri allora, decisero di soprassedere e rinunciarono alla prova.
Si dice che il messaggio della Novizia all'ultimo Re, fu questo: " Nessun uomo sarà mai così umile, cosciente, saggio, modesto, temperante, frugale e giusto da regnare sopra gli altri".
Il Lago delle Sette Fonti, immobile, attende lo stolto ed il suo tributo di sangue.
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