Malasanità
di Francesco De Collibus
Quando si risvegliò, la bara gli sembrò meno piccola del previsto.
Era stato sepolto vivo, e non ci poteva fare niente . La cosa lo sollevò notevolmente. Non aveva più scelte da fare,e non poteva più deludere nessuno. Tra breve sarebbe morto e basta, di fame, o di asfissia forse.
Chissà quanto ci mette l'aria di una bara a finire, si chiese.
La consapevolezza dei dolori atroci e interminabili che avrebbe provato morendo non intaccavano affatto la sua serenità. Suo padre non gli avrebbe più chiesto quando si laureava, e quel maledetto studio di famiglia sarebbe finalmente andato in malora, come già sarebbe dovuto succedere generazioni prima. E la sua ragazza, avrebbe trovato qualcun altro da tormentare con i suoi capricci e i suoi stupidi anniversari Fece uno sbadiglio profondo, come se si stesse stiracchiando a letto. Si stava anche comodi lì dentro, schienale di legno a parte, ovviamente.
Certo, però- pensava- la malasanità. Come si faceva a seppellire un poveraccio così per sbaglio? Con tutti i macchinari elettronici che c'erano al giorno d'oggi! Stava per lanciarsi nelle sue solite invettive contro la politica e il mondo cane, poi si ricordò che non aveva più alcuna importanza. Stava per morire. Niente ne aveva più.
Era mezzo addormentato, quando sentì smuovere il terreno. Sperava di sbagliarsi, ma presto riconobbe l'inconfondibile rumore di una pala e del terriccio smosso. Mondo cane, lo stavano venendo a prendere: a qualcuno doveva essere venuto il dubbio! Era molto seccato.
Non voleva assolutamente che se la prendessero con il medico che aveva sbagliato a dichiarare il decesso:gli avrebbe dovuto offrire una cena a quello lì. Inoltre come se non bastasse, erano pure soccorritori molto rumorosi e maleducati.
La cassa fu improvvisamente spaccata da un colpo di piccone. Provò ad alzare la testa ma aveva il collo bloccato da una strana ferita. C'era un uomo ritto su di lui, che recitava delle formule. Anche nella luce della luna poteva vedere i suoi lunghi canini aguzzi.
"Grande madre Lilith, accogli la resurrezione dei tuoi figli oscuri"
Sbuffò, e si chiese dopo quanto tempo sarebbe sorto il sole.
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