L'inizio della Saga del Mondo
di Sara Dalena
C’era un tempo in cui gli uomini governavano il mondo. Non erano uniti tra loro, ma erano liberi. Sfruttando le loro divisioni il potente mago Theran sconfisse tutti i re e divenne padrone del mondo. Con la sua schiera di seguaci, conoscitori della magia proibita, cambiò le leggi e creò la casta dei Cavalieri Maghiddo, fedelissimi e temibili esseri non più umani.
Da cinquecento anni Theran è sovrano di questo mondo e sta decimando tutte le creature magiche, che avevano vissuto nascoste ed in pace nell’era degli uomini.
Quella notte le lucciole illuminavano il sentiero nel bosco. Nonostante avesse gli arcieri reali alle calcagna, Galvian correva fiducioso. Accanto a lui saltellava Deeva, che aveva l’aspetto di una bambina, ma era in realtà la regina delle ultime fate rimaste.
“Non abbiate fretta.” La voce gelida ed ironica di Shandir, il comandante degli arcieri, li raggiunse alle spalle.
In poco anche i soldati sopraggiunsero, circondandoli. Le armature dei cavalieri Maghiddo rilucevano grazie alle lucciole. Shandir invece non aveva bisogno di corazze, poiché utilizzava gli incantesimi proibiti di disarmo, che offrivano grande protezione. I suoi abiti neri portavano cucito lo stemma del re Theran.
“Abbassate le vostre frecce.” Disse il comandante “Di questo ragazzo voglio occuparmi io.”
Deeva era sparita tra gli alberi e tutti sapevano che era impossibile inseguire le fate, poiché la loro velocità è simile a quella della luce.
“Ardito e fiero…proprio come tuo padre.” Disse Shandir a Galvian
“Voi sbagliate! Io non sono un ingenuo. Mio padre lo era ed infatti si è fidato di voi.”
“Questo non toglie che fosse un grande cavaliere. È stato un peccato, ma anche un divertimento, ucciderlo.”
Galvian scattò in avanti, sguainando Anko, la spada ereditata da suo padre, che era stata forgiata da Choni, re dei Nani, con la polvere delle magiche rocce rosse, scavate dagli elfi: era una spada antica, dai poteri nascosti. Deeva, nel frattempo era ricomparsa tra gli alberi ed aveva fatto cenno a Galvian di avanzare. Nel momento in cui il giovane si mosse le lucciole si spensero e l’oscurità gettò gli arcieri nella confusione. Shandir invece vedeva anche nel buio e seguì i movimenti del cavaliere senza fatica, ma non si era accorto della fata, che lo colpì alle spalle, permettendo a Galvian di superarlo e di correre verso il ponte di roccia.
Il ponte attraversava le rosse Cascate di Mhadin. Gli elfi un tempo vivevano nei boschi li intorno e Galvian era alla ricerca proprio dell’ultimo elfo rimasto, che si diceva conoscesse il segreto per sconfiggere il perfido re Theran.
Deeva raggiunse Galvian, ma Shandir scagliò contro di loro un incantesimo. Galvian cadde a terra e vide Deeva precipitare nelle cascate. Si rialzò e, tornate le lucciole, corse contro Shandir, brandendo Anko, e pronunciò l’incantesimo Omnia Imperia. Shandir venne inaspettatamente immobilizzato e gettato in un sonno di pietra. Galvian vide poi tra la spuma delle cascate un essere dalla testa rossa e tra le sue braccia la piccola Deeva. L’aveva trovato: l’ultimo elfo in vita.
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