Una serata come tante
di Giordana Gradara
"Avanti Nitor, raccontaci." Disse l'oste quando lo vide.
"Già, raccontaci!" Gli fece eco il garzone.
"Siamo tutti impazienti!" S'intromise un boscaiolo seduto assieme dei compari.
Nitor sorrise. Sapeva cosa si aspettavano da lui e lui non intendeva deluderli.
"Suvvia ragazzi, la sapete già la storia del drago!"
"Ma no cacciatore, vogliamo la tua ultima avventura."
"La mia ultima avventura?" Si domandò Nitor pensoso. "Quale sarà la mia ultima avventura?"
Gli altri cominciavano già a sghignazzare, ma l'uomo pareva non accorgersene.
Oramai era un rito; Nitor entrava, gli si chiedeva di raccontare qualcosa e, al giusto prezzo, si veniva accontentati.
"L'hai già sentito il vino novello?" Chiese uno dei boscaioli per spronarlo.
Il cacciatore decise che il prezzo era adeguato e si mise a sedere con loro.
"Ero in mezzo la foresta, ma non dove credete voialtri; ero in un posto che sicuramente non conoscete. Per cercare quella bestiaccia mi ci sono voluti molti giorni e mi sono addentrato talmente tanto tra gli alberi che sicuramente lì in mezzo non ci ha mai messo piede nessuno."
Anche questa volta i commenti ilari che si propagarono non lo turbarono affatto. Quei taglialegna non erano che una massa di ignoranti; cosa ne sapevano loro di quanto lontano poteva addentrarsi lui nella foresta? Loro che non avevano mai lasciato il sentiero battuto, che sognavano solo quando dormivano e, comunque, neanche sempre?
"Capivo d'essere vicino alla mia preda, eppure sentivo che le forze mi stavano abbandonando e non sapevo per quanto sarei riuscito a proseguire." Alla sua pausa le risate mal celate degli ascoltatori ripresero, ma lui si limitò ad afferrare il bicchiere e ad agitarlo. Stava diventando troppo vuoto per i suoi gusti. Poi prese una coscia di pollo e ricominciò a parlare.
"Alla fine, senza neanche rendermene conto, arrivai in una radura e me lo ritrovai davanti: l'unicorno! L'animale più straordinario che abbia mai visto!"
"Avanti, non si vedono più unicorni da anni e, comunque, non sono altro che cavalli con un corno in testa." Si premurò d'osservare qualcuno in sala.
"Ah, certo, se non ne avete mai visto uno! Ma vi dico che il suo manto era candido come la luna e il suo corno sembrava di diamante!"
"Di diamante, eh?" Lo incitavano i boscaioli.
"Certo!"
"E le ali, le aveva?"
"Eccome! Era un maschio e i maschi hanno le ali. Sono le femmine a non averle." Affermò Nitor deridendoli in cuor suo; nessun unicorno poteva avere le ali. Le ali le avevano solo i cavalli alati, ma quegli zoticoni non lo sapevano di certo.
"E magari ti ha anche parlato, o no?" Lo provocarono.
Per tutta risposta Nitor alzò il suo boccale sino al naso del tagliaboschi e attese che si riempisse.
"Certo che mi ha parlato." Concluse, infine, con fare dignitoso.

"Ridete, ridete..." Pensò Nitor poi, mentre nel montare in groppa alla sua mula ascoltava il baccano che proveniva dalla locanda. " Ma io ho la pancia piena e voi i borselli un po' più vuoti."

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