Sette mesi, dodici giorni
di Fiorella Frau
Con la morte nel cuore mi preparo a partire.
Sola. Tutti i miei compagni sono... Ecco, loro non ce l'hanno fatta.
Mi guardo indietro, e non vedo altro che sangue. Quello dei nemici, fieri difensori del proprio regno, e quello dei coraggiosi amici, giunti senza indugio a rendermi la libertà.
Udito il grido dell‘ultimo caduto, ho preso a vagare per il castello deserto, attraversando quelle sale sfarzose che molte volte ho desiderato ammirare, ma che ormai sono desolate quanto la cella che mi ha ospitata negli ultimi mesi.
Dalle finestre intravedo paesaggi fantastici, belli da mozzare il fiato, eppure spenti.
Nessun colore a sottolinearne le meraviglie. Il cielo plumbeo, il terreno grigio. Come se la vita fosse stata loro rubata.
Imbocco un angusto e buio corridoio. Distinguo a fatica un movimento all’altro capo del passaggio. Un uomo. Viene verso di me, eppure sembra che non stia camminando, come se fosse etereo.
Indossa una tunica. Riesco a scorgere una folta barba, ma gli altri particolari del viso mi sono preclusi.
Lo sconosciuto scosta lentamente il cappuccio che gli copre la testa. Stranamente, la visuale si fa più chiara: attorno a lui si irradia una flebile luce.
Con una velocità stupefacente si porta a pochi centimetri da me.
Chiede: - Ricordi chi sei?
Lo trovo un quesito buffo, però, con grande sorpresa, mi rendo conto di non avere una risposta.. Mi sento confusa. L’uomo riprende a parlare, con tono grave:
- Sette mesi, dodici giorni. Ecco il tempo che hai trascorso in questo luogo. Vengo per ricondurti a casa, nel regno del grande Caspar, Re cui giurammo fedeltà anni or sono. Il mio nome è Daman, sono un mago. E tu, cara Rayleen, sei mia apprendista da quando eri una ragazzina. Troppo tardi ho saputo della tua cattura e, ahimè, non sono riuscito a fermare questo massacro.
Mentre ascolto le sue parole, tutto mi torna in mente.
Mi chiamo Rayleen Vaughan Drake, sono cresciuta con lo scopo di mettere la mia magia al servizio di un sovrano amato e rispettato.
Studiavo le Arti Arcane da una decade quando ho deciso che ne avrei fatto un uso diverso.
Daman prosegue con la sua spiegazione.
- Lord Kaine, per ricattare Caspar, ti ha rapita e privata di ogni memoria.
Con una nota di soddisfazione nella voce, gli sussurro: - E' ciò che ho voluto farvi credere...
Non gli lascio neppure il tempo di riflettere sulle mie parole e, svelta, poggio una mano sulla sua fronte.
Lui spalanca gli occhi, rendendosi conto dell’incantesimo che sto pronunciando sottovoce.
Un sorriso compiaciuto compare sul mio volto mentre lo guardo avvizzire e cadere a terra.
Accasciato sul freddo pavimento di pietra, guarda la mia figura che si erge imponente su di lui. Compiendo un evidente sforzo, pronuncia una frase che lascia a metà: - Tu e Kaine…
Poi, con un'espressione di profondo rammarico, esala l’ultimo respiro.
Finalmente mi impadronisco della sua vita, dei suoi poteri.
Adesso posso affrontare quel viaggio, certa che nessun altro scoprirà il mio segreto.

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