Viaggiatore ai Confini del Mondo
di Simone Conti

“ Non tornare tardi…”
“No mamma”

Uno, due, tre, quattro,
apri gli occhi o darai di matto,
cinque, sei, sette, otto,
c’è il custode a guardar di sotto…

Violenti tremori scuotono il mio corpo.
Gelida oscurità…
Apro gli occhi e mi accorgo che su di me incombe il volto incartapecorito di un vecchio in tunica nera.
– Come ti chiami ragazzo?
Intimidito dalla sua voce catarrosa riesco solo a balbettare:– Io…io…
– Strano nome, il tuo.
Mi ritrovo sdraiato su un pagliericcio intriso di pulci e sozzume, all’interno di una stanza dalle pareti di pietra. Sulla mia testa, centinaia di candele sospese nel vuoto infondono nell’aria stantia il loro tenue barbaglio.
– Dove sono?
– Nella torre ai confini del mondo – risponde il vecchio, porgendomi una ciotola di legno. – Tieni, dissetati… il viaggio è stato lungo e faticoso.
Bevo, e poco ci manca che vomiti tutti i pasti della mia vita.
– Idromele del limbo – pontifica il vecchio. – Il sapore lascia a desiderare ma presto ci farai l’abitudine.
Deglutendo a fatica l’infelice brodaglia, chiedo al vecchio di svelarmi il suo nome. Lui, avvicinandosi a una feritoia nella parete, trae un sospiro e risponde:– Il mio nome è ogni nome chiamato in questo mondo e nell’altro. Molti di questi ormai non li ricordo più, ma tu puoi chiamarmi semplicemente il Custode.
Facendomi forza abbandono il laido giaciglio e, barcollando, mi avvicino al vecchio.
– Perché sono qui?
– Il fato, la sfortuna; forse la naturale sincronicità del tuo destino mortale – risponde lui. – In ogni caso poco importa: loro non sono riusciti ad aiutarti – aggiunge, invitandomi a guardare attraverso la fessura nella pietra.
Diversi metri più in basso, ai piedi della torre pentagonale, fra una moltitudine di stendardi multicolore recanti stemmi araldici di antiche casate, migliaia di soldati in armatura giacciono inermi a terra.
Un brivido gelato mi scuote dal torpore.
– Mio Dio – affermo, non riuscendo a trattenere le lacrime. – Svegliami da questo incubo irreale!
– Il tuo Dio non lo farà – risponde il Custode, posandomi sulla spalla la sua mano scheletrica. – Nel corso della mia esistenza ho visto gli eserciti di Atlantide inghiottiti dalle acque, ho visto il Re degli Elfi divorare bambini innocenti; ho visto il sole nascere mille volte solo per vederlo altrettante volte morire nell’oscurità; ho visto i monaci guerrieri di Shangri-La fare a pezzi gli Dèi della terra. – Poi mi guarda con un sorriso beffardo e conclude: – Ma non ho mai visto un viaggiatore ai confini del mondo sopravvivere al gelido maglio della Madre Nera. – Ora il Custode mi fissa profondamente. – Oggi le armate del buon mattino hanno guerreggiato nella piana cercando di sottrarti all’infausto destino ma purtroppo non hanno impedito agli Stregoni del fato di conquistare il campo di battaglia…
– Infausto destino? – ripeto spaesato.
– L’automobile che ti ha investito nella notte – risponde serafico il Custode. – Mi dispiace…

– Parametri vitali assenti…
– Staccate tutto. Ora del decesso?
– 23,18…

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