Eydren impara a volare
di Federica Santini

Cronaca di un risveglio tratto dal diario onirico di Almanegra

Eydren era robusta, sfruttava l’inerzia delle lande oniriche in maniera cosciente. Ma era giovane nella conoscenza. Luoghi di pace sfilavano nella routine del canale comune e lei vi si immergeva in un distaccato slancio di coscienza. Montagne si susseguivano colme di neve e fiori, tramonti ed albe riflesse nei ghiacciai…opere del pittore delle stelle? Questo pensiero deviò la sua corsa. Altri sentieri la attendevano. Varcò quella soglia che induce al risveglio del corpo fisico. La materia onirica si fece più pesante e difficile da governare. Eppure tutto si evolveva come sempre, nel tempo di un respiro. Un loto germogliò, crebbe e appassì, mentre essa saltava. Eydren sentì il ritorno della gravità atterrando su una roccia. Un crepitio la avvertì che il ghiaccio si era sciolto. Le corolle dei fiori, emanavano profumo e luce. Dalle montagne, tappeti fioriti si sviluppavano ad ogni batter di palpebra. Meraviglia. Questo pensiero la tradì. Ora la gravità della materia dipendeva unicamente da lei. Eydren guardò i fiori di loto, ormai lontani. Si attaccò a quel pensiero. Forse ebbe paura. Il suo giovane cuore chiese vendetta. Eydren non voleva arrendersi. L’ego la punse. Avvertì la resistenza del vento. Il suo costume impenetrabile, era ridotto a brandelli. L’ ego la punse ancora. Era lucida. Ogni passo, tutto chiaro.
Ma la somma del potenziale onirico di ogni viaggiatore si condensava lì, rendendo ogni cosa pesante. Alle alterazioni temporali si erano aggiunte quelle fisiche.
Eydren arrivò in una corte. I viaggiatori confluivano lì. C’erano guerrieri in attesa di conflitto. In un attimo fu vestita di una nuova corazza. Salta adesso, vola se sei capace, le diceva l’ego. Eydren impugnava una lancia di bronzo. Gli attacchi del Guerriero dal Guscio erano violenti e rapidi. Saltare per evitare quegli attacchi era dura. La fatica era notevole.
Tuttavia le corolle del loto sbucavano ad ogni istante dal terreno. I fiori giganti nascevano e la strappavano dalla furia del Guerriero. Eydren si equilibrò su una corolla, gettò la lancia, giudicandola un inutile fardello. Si gettò nel vuoto e volò contro l’avversario. Il guanto di guscio le perforò la corazza all’altezza dell’addome. La ragazza urlò dal dolore. Strinse i polsi del Guerriero e capì che non avrebbe potuto strappare via la lama di guscio dal proprio corpo. Allora lo fissò negli occhi di madreperla e sorrise. Ho imparato la lezione, gli disse. Immediatamente, Eydren ebbe radici, le radici affondarono nella terra e la pesantezza della materia onirica cominciò ad attenuarsi. Il Guerriero dal Guscio fu allontanato da una forza improvvisa e la sua armatura si sgretolò, lasciandolo nudo in mezzo ai fiori. Eydren si chiuse come un bocciolo, affondò nella terra. La materia onirica divenne nuovamente leggera. Il viaggio quotidiano era giunto a termine.
Un loto sbucò dal terreno, grande, maestoso, dai riflessi color dell’indaco. Il Guerriero ormai nudo, si avvicinò al fiore, specchiandovi se stesso. Arrossì in volto pensando ad Eydren. Ha imparato a volare. Sorrise, pianse.

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