Dracula. Lui, per esempio
di Marica Mario

Citato in giudizio.
L’avevano davvero citato in giudizio? La lettera accartocciata colpì violentemente la porta, la stessa che si era appena chiuso alle spalle l’ufficiale giudiziario.
Al solo pensiero Riccardo si alzò di slancio dalla poltrona e macinò metà della distanza che lo separava dalla soglia in meno di tre passi. Tornò quindi indietro, deciso ad ignorare tutta quella storia; aveva appena raggiunto il suo posto oltre la scrivania che cambiò nuovamente opinione. Si voltò di scattò, sbuffò dalle narici e recuperò i fogli a passo di carica: forse rileggendo il documento avrebbe capito il senso dello scherzo.
Era uno dei più tosti. L’aveva ufficializzato anche il sindaco e l’aveva fatto con un discorso che sembrava non finire mai, mentre la cravatta gli stava segando il collo e la targa che dovevano consegnargli - solo una formalità, l’avevano ingannato, poco più di 5 minuti - stava ritardando così tanto da pensare che stessero ancora picconando per cercare il metallo.
Cacciatore dell’anno, c’era scritto sopra.
Cazzo, l’avevano detto anche in tv: era il migliore trituravampiri della regione; cosa pretendevano, che si travestisse da Piero Angela nuotando sorridente tra i globuli rossi?
A quanto sembrava, sì. Emise un verso a metà tra un grugnito ed un urlo mentre sbatteva il fascicolo sul tavolo. E lui? Nessuno si preoccupava di come poteva sentirsi lui? Aveva collezionato così tanti soprannomi, nomignoli ed appellativi vari da poterci riempire un libro. Ma se ne era mai lamentato? No, diavolo! Era parte del gioco, in fondo.
Quell’ammasso di carte bollate, invece, aveva un che di sleale. Lo rilesse da cima a fondo ma non le trovò: quello stronzo che lo aveva denunciato si era avvalso della legge Pinelli e aveva mantenuto anonime le sue generalità. Ora era davvero incazzato: avevano persino trovato un giudice che ritenesse fondate le paure di quel deficiente che lo stava accusando. Per Dio, non solo doveva passare le notti con un lanciafiamme in una mano ed un paletto nell'altra, puzzando d'aglio che neanche una bagna caoda, ma adesso ci si metteva anche la legge ritenendolo uno psicopatico, un violento, uno capace di cercare quel tizio e di chiarire a quattrocchi e a due mani.
Non appena trovato, perché lo avrebbe trovato, gli avrebbe fatto ingoiare i canini.
E la motivazione? Solo per quella avrebbe potuto sbraitare almeno un paio d’ore.
Diffamazione.
Ululò di rabbia scaraventando nuovamente i fogli contro la porta: cosa ci sarà mai di male nel chiamare le cose per quello che sono? Un assassino è un assassino e non un diversamente sociale così come un cadavere ambulante puzza sempre di morte anche se si fa chiamare Chanelle numero 5.
Dov'erano finiti i vampiri di una volta? Loro non dicevano né grazieper favore; certo, ogni tanto cercavano di morderti, picchiarti, ucciderti persino, ma almeno avevano un po’ d’orgoglio.
Dracula. Lui, per esempio, aveva mai chiesto di essere chiamato altrimenti-vivo?

Commenta questo racconto