Leandro & Flaminia
di Livia Plomitallo

I boccioli di rose rosse erano coperti da goccioline di rugiada. I pallidi raggi del sole mattutino riscaldavano il giardino. All’orizzonte si innalzava verso il cielo la sagoma del castello di quarzo, dimora di Beatrice, regina del popolo fatato. Fate e ninfe vivevano in armonia nella vallata di Tyrinae. I due popoli si erano stabiliti in quella zona nel periodo che successe la guerra degli Albori e il trattato di pace che suggellava l’alleanza tra elfi e fate e l’esilio nei territori al di là del fiume Nug dei superstiti degli orchi.
La guerra degli Albori era scoppiata a causa del rapimento della principessa delle fate Flaminia, all’epoca infante, da parte degli orchi i quali pretesero come riscatto per la restituzione della bambina, il diadema di diamanti della regina che aveva il potere di riportare in vita i morti. Gli orchi avevano intenzione di resuscitare il loro defunto re Ocrox ucciso dagli elfi. Il popolo fatato non accettò lo scambio e fu così che scoppiò la guerra. Gli elfi silvani accettarono di aiutare le fate. Fu proprio un principe elfico, Leandro, che salvò la principessa dalle grinfie degli orchi.
Virginia, una delle splendide ninfe dalla pelle ambrata che viveva nella vallata, aveva ricevuto l’invito per il matrimonio della principessa Flaminia, figlia di Beatrice Muzia de Melly e Leandro, figlio del re elfico Ovidio Wlado Leone. Il principe Leandro, quando vent’anni prima aveva salvato Flaminia dagli orchi, non avrebbe mai immaginato che, anni dopo, se ne sarebbe perdutamente innamorato.
Il matrimonio si sarebbe celebrato in serata presso la corte della regina Beatrice. Virginia era stata scelta come damigella insieme alle sue sorelle Emilia e Delfina. Le tre ninfe dai capelli ramati, raggiunsero il palazzo in mattinata. Le damigelle avrebbero indossato lunghi abiti di seta e d’organza e tra i capelli boccioli di rosa. L’abito della sposa era meraviglioso. Flaminia si era fatta confezionare l’abito su misura dalle sirene del Froogeon, una remota isola a sud del mare Tracos. L’abito era di seta rosa, l’ampia gonna era coperta di veli colorati che avrebbero fatto risaltare le splendide ali di Flaminia. Il corpetto era ricamato con fili d’oro. Il suo bouquet era composto da boccioli di rose rosse, gli stessi che Virginia aveva visto in giardino.
Leandro Wlado Leone entrò nella sala del trono con un abito perlato ornato da simboli elfici. I lunghi capelli color dell’oro emanavano luce radiosa. Flaminia Muzia de Melly era raggiante. La cerimonia fu per pochi intimi. I genitori di Flaminia e Leandro, le ninfe e alcuni folletti amici di entrambe le famiglie.
Sotto il cielo stellato e la luna splendente, Leandro giurò eterno amore a Flaminia. Il loro matrimonio consolidò l’alleanza tra il popolo fatato e quello elfico. Virginia augurò agli sposi tutta la felicità del mondo ed ebbe una visione. I figli nati da quell’unione sarebbero divenuti i difensori dei popoli magici e avrebbero portato pace e prosperità eterni.

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