Eppure basta percorrere la felicità
di Leonardo Nolé
Jude sentì dei passi avvicinarsi.
"Maledizione", pensò, " quando smetterà di inseguirmi?".
Conosceva la risposta: mai.
Per nascondersi dal nemico e da se stesso rinnovò l'incantesimo che mascherava la sua vera identità. Si trovava vicino ad un laghetto e subito immerse il volto nell'acqua gelida. Non appena riaffiorò, ebbe un sussulto: il riflesso mostrava il suo vero volto; quello che non vedeva da anni.
L'incontro con il vero Jude lo fece rabbrividire. E i ricordi si riaffacciarono veloci dal suo passato.
"Celine, sei in casa?", aveva domandato Jude rientrando a sera. Strano: non rispondeva.
"Celine, Celi...", le parole gli morirono in gola.
Sua moglie giaceva a terra, morta.
Non poteva essere vero... La guardò meglio e si accorse che solo un incantesimo avrebbe potuto portarle via la vita in quel modo, quasi in sordina. Ma allora, sarebbe riuscito a capire chi aveva commesso quel gesto dalla traccia che di certo aveva lasciato. Rincuorato dal desiderio di vendetta, riavvolse il tempo fino a quel momento esatto. Vide un ragazzino commettere il delitto e lo rintracciò con la mente. Poi i ricordi si offuscavano: rammentava solo urla, grida e sangue.
"Ti aiuterò io a ricordare", disse il ragazzino. Dopo tanti anni era riuscito a raggiungerlo.
"Io voglio vederti lasciare questo mondo" urlò Jude "devi pagare per quello che hai fatto a Celine..."
"Jude" lo interruppe l'altro "fammi parlare. Io voglio chiederti perdono".
L'altro cambiò velocemente espressione. Perdono?
"Quella sera stavo cercando del denaro. Ero povero e solo. Riconobbi che Celine era di razza elfica e usai un incantesimo certo che l'amuleto, come con tutti gli elfi, l'avrebbe protetta. Invece morì ai miei piedi..."
Era inutile cercare di impietosirlo: lui aveva fatto la cosa giusta, sempre.
E invece, in quel momento, tutte le certezze si stavano disintegrando e sentì sulle spalle il peso delle azioni che aveva commesso. Omicidio? Celine sarebbe stata fiera di un uomo così?
"No di certo..." rispose per lui il ragazzino.
Poi Jude parlò.
"Non portava più l'amuleto, Celine. Me lo aveva donato, per proteggermi... Ora, che è tardi, capisco che è stata anche colpa mia... Ma non posso perdonare chi ha portato via il mio amore..."
Poi, improvvisamente, l'acqua del laghetto si alzò in un vortice che cominciò a bagnare ogni cosa.
"Puoi farlo Jude...", la voce di Celine proveniva dall'acqua stessa, "Io sono nel mondo vero, quello senza menzogne... Tu puoi raggiungermi..."
Pronunciare quelle parole gli richiedeva un enorme sforzo. Ma d'altronde aveva sbagliato tutto: gli spettava una punizione.
"Ti perdono, ragazzino" disse infine "e mi rammarico con te Celine, per averti deluso".
Poi fu solo luce. L'acqua sommerse tutto e lo fece entrare nel mondo di splendore e verità.
Jude posò il suo sguardo su Celine e corse ad abbracciarla..
Col profumo dei suoi capelli che lo inebriava, pensò di aver capito: la felicità non è uno stato a cui arrivare, ma un modo di viaggiare... E lui aveva scelto di cambiare rotta.
Ora non gli rimaneva che la vita. Quella vera.
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