Primessa di Libertà
di Chiara Bailo
Quel canto che prima mi appariva vago e lieve, ora mi giungeva nitido e forte. Provai a guardarmi intorno, per trovare la fonte di quella melodia.
La persona che mi conduceva in quella città m’indicò semplicemente il cielo con un gesto. Alzai lo sguardo e benché fosse quasi notte, una chiara luce brillava solitaria in cima ad una torre. La mia guida volle avvicinarsi, e così salimmo la tortuosa scalinata che ci portò vicini alla fonte di quell’insolito bagliore. Ora riuscivo a vedere con più nitidezza. C’èra una gabbia intrecciata, e al suo interno, seduta su una piccola altalena si dondolava un Angelo. Aveva i lineamenti del viso femminili e delicati, l’abito che indossava era semplice, ma ricadeva elegante sulla sua esile corporatura, le ali erano maestose e candide. Era lei che cantava ininterrottamente da quando mi ero addentrato in città, ed era sempre lei che emanava quella calda luce. Però la situazione non mi era del tutto chiara, inoltre mi accorsi successivamente che l’Angelo era incatenato ed aveva alcune ferite sparse sul corpo.
<<Immagino che tu non possa comprendere tutto questo, ebbene proverò a spiegarti>> disse la mia guida.<<Lei è prigioniera da anni ormai, addirittura dalla Grande Rivolta, quando quasi tutti gli Angeli furono massacrati o rinchiusi, e alla fine furono costretti ad abbandonare queste terre. Lei non fa altro che sognare il momento in cui potrà solcare nuovamente i cieli. Libera.
È duro sopportare questa prigionia, le sbarre sono affilate e ad ogni movimento avventato c’è il rischio di ferirsi, inoltre è esposta ogni giorno alle intemperie o all’afa.>>
<<Oramai quei tempi sono passati perché non la liberate? >> Domandai.
<<Vedi è lei che si rifiuta di essere liberata da noi. Tempo fa ci fu un ragazzo che le fece una promessa, le promise che avrebbe cercato le chiavi della gabbia, e che sarebbe tornato per donarle la libertà. Lei vuole mantener fede a quella promessa di salvezza, fiduciosa fino alla fine, non importa quanto tempo sia trascorso da allora.>>
<<Ma lui non tornerà mai vero?>> chiesi con titubanza
<<Non infrangere il suo spirito. Se lei non avesse con sé la speranza di vederlo tornare con quelle chiavi che brillano in mano, se lei non credesse fermamente che la situazione possa cambiare, allora tutto ciò che tiene viva la sua esistenza, non avrebbe più senso, e non riuscirebbe a mai sopportare la vana sofferenza e le ferite sanguinati.
Lei ci crede con tutta l’anima, e regge anche la speranza di tutti noi. Ci comunica così tanta forza e fiducia che è impossibile descrivere. Canta con energia, estende la sua voce perché vuole trasmetterla il più lontano possibile, per ricordare a lui il luogo in cui lei lo attende da sempre. Crede a quella promessa nata in mezzo ad un mondo di menzogne, lei vuole crederci più che può.>>
Oramai anch’io ero soggiogato dalla magia che sprigionava la sua voce, probabilmente avrebbe proseguito in eterno, senza mai cedere, credendo con speranza a quella promessa di libertà.

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