L'anima venduta al diavolo
di Vittoria Dal Santo

Una sera, Mattia tornò dal cantiere particolarmente stanco, ma ormai deciso, non cenò, era troppo immerso nei suoi pensieri e nella decisione che stava per condizionare la sua vita per sempre. Si versò solo un bicchiere di vino e aspettò in silenzio… Tra poco una persona avrebbe varcato l’uscio della sua modesta casa per portargli finalmente un po’ di pace in quell’anima insofferente.
Appena l’orologio a pendolo segnò le undici della notte, una mano di ferro diede un tocco alla porta e sforzò l’uscio lasciato socchiuso, in attesa del suo arrivo.
L’ospite entrò, si sedette al tavolo davanti al ragazzo, spaventato; Mattia gli versò un bicchiere di vino e aspettò che parlasse. Indossava un pastrano nero, nuovo fiammante, un paio di guanti di lana grigio-topo e un cappello di panno molto alto, per nascondere le due protuberanze rosse delle corna.
” Siamo d’accordo?Tu chiedi quanto vuoi e l’avrai…Ma, ricordati bene, in cambio del nostro patto, tu, allo scadere di un anno verrai con me all’Inferno!” La stretta di mano tra i due sancì quel contratto infernale e il Diavolo,col suo aspetto signorile, se ne andò, dileguandosi nella nebbia, col suo ghigno beffardo!
Nessuno dei vecchi amici di lavoro riconobbero Mattia, era come se il suo sguardo si fosse trasformato in una luce misteriosa e malvagia! Un po’ alla volta si staccarono da lui anche se Mattia li cercava, ma ormai, tra loro era avvenuto uno strappo irreparabile. Mangiava sempre da solo, poi alla sera passava da Mara, la sua fidanzata, con la quale aveva deciso di fissare la data delle nozze, ma anche lì tutto stava per prendere una piega diversa. Mara era dolcissima, lavorava come perpetua presso la Canonica del vecchio arciprete e si faceva amare per la sua semplicità.
Ogni sera aspettava con ansia Mattia, ma da un po’ di tempo, quando lui l’abbracciava e la baciava durante le breve visite serali, era come se lui la stringesse troppo, fino a farle male. I suoi occhi a volte emanavano dei bagliori di fuoco, che la spaventavano, si sentiva come soggiogata dal suo potere maligno.
I mesi volarono e un anno passò in fretta. Una notte, quando l’orologio a pendolo suonò le undici, Mattia era già pronto sulla porta, quando arrivò un colpo di vento. Lo afferrò e lo fece precipitare, senza che se ne accorgesse, in un abisso di fuoco.
Mara ogni sera puliva l’ufficio del buon Arciprete: la porta era aperta e… tutto ad un tratto si presentò Mattia, vestito di nero, con uno sguardo freddo, come se venisse dall’oltretomba. Lei, per istinto, si scansò, ma lui l’afferrò per un braccio e con un colpo di vento la trasportò con sé, fino al cimitero. In un prato c’era una fossa già preparata, la terra era ancora calda e morbida. Mara gridò:”Dove mi porti? Mattia, ho tanta paura!”, ma ormai era tardi, penetrò in quella cava di terra e da lì non fece più ritorno, diventando sua per tutta l’Eternità!

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