Il cuore dell'Inverno
di Federico Cassinelli

…il cuore dell’inverno! – Pensava Dhar mentre cavalcava lento attraverso i grandi alberi innevati.
La mattina era sorta ma niente lo dava a vedere se non un diffuso bagliore debole e pallido bianco.
La stradina che il gruppo percorreva era dura, ghiacciata e stretta, passava serpeggiando lungo la foresta di pini ed abeti che rimanevano immobili in quella poca aria di neve.
Il ragazzo era poco più indietro del gruppo che vedeva scendere lungo il sentiero, in fila, silenzioso e con gli aliti bianchi.
Guardava Aisha che camminava lenta davanti a tutti e Kian che la seguiva con lo sguardo, a proteggerla, le dita strette attorno all’arco e le labbra strette a mantenere un segreto, forse una promessa.
La piccola elfa sbuffava ed imprecava, Dhar lo capiva dalle nuvolette di fiato che uscivano dalle labbra della piccola ragazza.
Aveva imparato anche questo da Kian.
La parte centrale del gruppo scese lungo il sentiero: l’ambasciatore con gli indumenti pesanti che gli toglievano quella solita grazia con cui indossava anche l’armatura del suo ordine; a fianco a lui cavalcava il ragazzo che era uscito dalle radici dell’Albero Padre, intento ad osservare ogni piccola cosa intorno a se, la guardava intensamente per alcuni attimi, come per imprimerla nella memoria, poi girava lo sguardo.
Cristalbreeze cavalcava con grazia ed eleganza degne della sua razza, anche in forma umana la ragazza sembrava incutere timore reverenziale, gli occhi di lei dimostravano di essere superiore agli altri ma le sue labbra si aprivano sempre ad un sorriso veloce e caldo ed il suo corpo si muoveva con tale perfezione, lenta, come se niente nel mondo fosse importante tranne quel movimento.
Eppure l’aveva vista ergersi immensa a sua protezione e quella del gruppo, con le zanne che tagliavano, sporche di sangue e di saliva, con le zampe che affondavano nel terreno ghiacciato come fosse burro sciolto.
Le aveva parlato, di tornare con lei dopo essere arrivati alla loro meta, abbandonare il gruppo diceva la ragazzina, ma lui era stato chiaro nei suoi perché e lei adesso si voltava a guardarlo, con quegli occhi argento e quelle labbra serrate.
La seguiva Sifar, con le sue eleganti e brevi poesie, in contrasto con il viso bruciato, che sorrideva come fosse partecipe di essere un viaggiatore di quell’inverno, a poco tempo dalla fine del mondo.
Mancava Armic, a tutti, sepolto dentro il cuore dell’inverno.

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