Il Lago dei Ricordi
di Manuela D'Amore

Daryanne balzò indietro con urlo. C’era qualcosa tra gli alberi, che si muoveva furtivamente. Qualcosa che temeva ma al tempo stesso la ammaliava. Qualcosa che, lo sentiva, le avrebbe cambiato la vita.
Scostò all’indietro i lunghi capelli corvini, e i suoi occhi ambrati scrutarono il punto in cui aveva scorto il movimento.
Cautamente proseguì verso il laghetto, che rifletteva la luna creando un gioco di luci e colori bello da mozzare il fiato.
Mentre si inginocchiava sulla riva, si guardò ancora una volta intorno. Non appena il suo sguardo si riportò sul laghetto, la voce le venne meno. Immobile e terrorizzata osservò l’acqua che prendeva vita, e si trasformava in una donna bellissima. Nell'istante in cui i loro sguardi si incontrarono, il timore di Daryanne sparì, sostituito da una serenità mai provata prima. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
Era un qualcosa a cui non era preparata, quel qualcosa che l’aveva inesorabilmente attratta in quel luogo.
“Mia cara, so cosa stai cercando. Ma non puoi trovarlo in alcun luogo. Solamente dentro di te troverai ciò che tanto disperatamente stai bramando.”
Daryanne deglutì alcune volte, prima d’essere certa che la voce non le tremasse dall’emozione.
“Io stessa non conosco ciò che sto cercando. Come puoi saperlo tu?”
La donna sorrise. “Ti sbagli. Tu sei a conoscenza di ciò che cerchi, ma non lo ricordi. Ciò che non sai, è che quello di cui sei alla ricerca, è un qualcosa che già possiedi.”
“Che vuoi dire?”
“Chiudi gli occhi figliola. Rivivi ogni istante, e capirai.”
Daryanne fece come le era stato detto. Inizialmente pensò di non ricordare nulla, ma, non appena la misteriosa donna le pose una mano sulla fronte, la sua mente venne invasa da momenti della sua vita. Quando raggiunse l’ultimo ricordo, le si mozzò il respiro in gola.
Lacrime le rigarono le guance, mentre la consapevolezza la invadeva e la annientava.
Riaprì gli occhi, mentre un dolore indicibile li pervadeva.
“Sto fuggendo dalla mia fine. Dalla fine del mio mondo.” Mormorò.
Fuggiva dalla morte, dal dolore, dai ricordi. Dal ricordo del feroce attacco magico in cui erano rimasti vittima i suoi genitori, e da cui lei era rimasta gravemente ferita.
“Ora hai capito ciò che cerchi?”
“Cerco…la vita…o forse la morte?”Domandò a sua volta, senza saperlo lei stessa. O forse lo sapeva, ma lo temeva.“Non so se voglio vivere.”
“Sì che lo sai, ed è questo che ti fa sentire in colpa.”
Daryanne alzò lo sguardo. Sapeva cosa voleva dire.
“Sarei dovuta morire io al posto loro. Era lì per uccidere me.”
“Tu sei l’unica speranza per il futuro. Desideri abbandonare tutti per il senso di colpa?”
La ragazza scosse il capo. Eppure faceva così male…Doveva vivere per dare al mondo la possibilità d’esistere.
“Torna alla vita figliola, e saprai regalarne una a chi l’ha persa.”
Daryanne annuì, e, non appena aprì gli occhi, si ritrovò circondata dai pochi sopravvissuti.
Si alzò,pronta a lottare per la vita di ognuno.
Aveva trovato ciò che cercava: se stessa.

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