Il libraio di Leeds
di Paolo Battistel

Il reverendo John Harber scosse il grigio impermeabile con cui a stento era riuscito a ripararsi dall’improvviso acquazzone. Leeds era una città terribile.
Spinse energicamente la porta del negozio che, dopo una leggera resistenza, si spalancò. La libreria appariva vuota.
Oltrepasso il portaombrelli arrugginito posto al centro dello stretto passaggio quasi a sbarrarne l’accesso. Gli imponenti scaffali esponevano un’invidiabile raccolta di testi settecenteschi e ottocenteschi, che alimentarono le tenui speranze dell’ecclesiastico.
Raggiunse un bancone d’ebano ricoperto da incisioni floreali.
<<C’è nessuno?>> domandò.
Sul piano un libro era avvolto da una ruvida carta marrone, probabilmente pronto per essere consegnato.
Si schiarì la voce.
Nessun movimento.
Fissò il libro. Con la mano destra sollevò un lato della carta fino ad intravedere alcune lettere dorate della copertina.
<<Reverendo Harber, come sta?>>
Tolse la mano dal libro come se questo scottasse e sollevò lo sguardo pieno d’imbarazzo. L’uomo si trovava proprio dinanzi a lui.
Non lo aveva sentito arrivare.
I grandi occhi chiari del libraio lo osservavano con una lieve traccia di ironia.
<<Bene... grazie>> deglutì <<Ecco... sono venuto per quella mia ordinazione>> spiegò ricomponendosi.
<<Stephens e Croker allora non sono stati sufficienti per la sua... curiosità?>> chiese il libraio.
L’uomo aveva un corpo estremamente magro che spiccava sgradevolmente con la grossa testa dagli zigomi pronunciati.
Il reverendo distolse lo sguardo, provava una strana nausea sotto quel contatto visivo.
<<Ho ordinato un libro, l’ha trovato?>> Ripeté in tono rigidamente formale.
Il libraio increspò le labbra ed annuì.
<<Si tratta del testo che suscitava tanto il suo interesse al mio arrivo>> rivelò in tono malizioso l’antiquario che, con estrema lentezza, lo estrasse dall’involcro cartaceo.
<<La completa trascrizione del manoscritto di Robert Kirk>> aggiunse sfiorando con reverenza la rilegatura in pelle <<Una delle prime copie stampate nel 1726>>.
Harber allungò le mani ma l’antiquario allontanò il libro.
<<Interessante vero?>> chiese il libraio fissando il testo <<Un insignificante presbiteriano scozzese che scrive un quaderno su argomenti proibiti... ed ecco dinanzi a me un goffo e sudaticcio pastore anglicano riempirmi di sterline per avere la versione originale>>.
Harber chinò il capo scosso dalla vergogna.
<<L’ho pagato in anticipo...>> Si giustificò.
Il libraio annuì compiaciuto.
<<Vero. Un patto resta un patto reverendo, come lei ben sa>>.
Un freddo brivido attraversò la schiena di John Harber.
<<Ecco l’originale di The Secret Commonwealth>> gli porse il libro che il prete afferrò guardingo.
<<Ora potrà verificare che i patti con le Bansîd non si possono infrangere...>> Gli occhi del libraio raggiunsero una luminosità innaturale.
<<Non sapevo fosse una banshee!>> Urlò il prete rivelando il suo terrore. <<Lei era così bella e fragile...>> Un pianto disperato soffocò le successive parole.
<<Sei venuto meno ai giuramenti col tuo popolo>> sorrise sardonica la creatura con le vesti da libraio <<Scoprirai che non è altrettanto semplice infrangere i patti col mio popolo>>.
Il prete colto dal panico corse verso l’uscita, spalancò la porta attraversandola senza sollevare gli occhi.
Quando si accorse di ciò che lo attendeva oltre la soglia era ormai troppo tardi.

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