La morte di Ishtar
di Silvia Mangiardi

Dalik osservava il volto di Ishtar. Era così vicino che poteva osservare ogni pagliuzza dei suoi grandi occhi grigi, ogni morbida piega delle sue labbra rosse e ogni sfumatura che andava ad impallidirle le guance. Affondò ancora la spada nel ventre di lei, e le si mozzò di nuovo il respiro.
Estrasse lentamente la spada: <Ed ecco che la principessina rimarrà orfana di madre> mormorò mentre puliva la lama, osservando la donna che andava accasciandosi a terra.
La prese in braccio e la distese sul letto, si sedette accanto a lei, osservò la macchia rossa che andava allargandosi sulla bianca veste.
<Mi hai costretto tu, Ishtar. Io ti avevo avvertito: o con me o contro di me. E tu hai fatto la tua scelta. Ormai sapevi troppe cose.> La ninfa prese a tremare mentre le mani giunte in grembo si macchiavano del suo sangue.
<Tu sei voluta rimanere alla reggia, accanto al tuo Re e a quella tua stramaledetta figlia, che, tra l’altro, penso trarrà giovamento dalla tua morte.> Ishtar alzò il busto e gli si avvicinò. Dalik si accostò a lei, pensando che volesse dirgli qualcosa, ma lo sputo lo colpì sulla guancia.
<Non va bene così. Come mai tanta ostilità? Non potevi pensare di mantenerti un reale consorte e un amante senza aspettarti delle conseguenze. O forse dovevi stare più attenta nella scelta del secondo, sono un tipo piuttosto irrequieto io, lo sapevi.> Ishtar parlò per l’ultima volta e il suo respiro si perdeva in queste frasi. <Non me ne andrò così, e lo sai. Ti perseguiterò ovunque andrai e in questo mondo o nell’altro avrò la mia vendetta. Ci vediamo all’inferno e lì finalmente ti farò pentire di aver calcato il suolo di questo pianeta.> E la bellissima ninfa che aveva incantato uomini mortali e non, lasciò questo mondo con queste parole in bocca e nessuno osò mai dubitare che avrebbe mantenuto la sua promessa.

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