Solo Racconto
di Federico Cassinelli

Piove, nemmeno uno straccio di luce che illumini la strada e quest’animale che non vede ad un metro dal suo muso, per fortuna i miei occhi e le mie mani, ancora umane, lo guidano attraverso la rada foresta che cresce da queste parti.
La pioggia mi arriva di traverso e mi irrita, i lampi illuminano alberi fradici e una strada melmosa che non ha altro colore che il verde ombroso.
Come era facile volare! Con le nubi sotto di se, a prendere l'acqua in faccia e a sentire il vento fresco che scivolava sotto le ali, con l'odore di zolfo e l'aria bagnata che ti entrava nelle narici!
ODIO questa forma, sebbene i lati positivi siano molti, in primis i gusti che questa bocca può assaporare, le sensazioni che questa razza dalla breve vita riesce a provare e il grado d’intelligenza di alcuni di questi umani con cui, finalmente, discorrere a livelli alti.
Ma il vento! Il vento di una giornata di fine Stagione del Fuoco che ti entra sotto le scaglie e tutta quella terra che ti scorre sotto a velocità incredibili!
Tutto ciò mi manca! Adesso però sono vicino! La mia cerca terminerà dove era iniziata decenni fa, con quello gnomo dalla faccia da bambino ma con il cuore nero come la notte.
Sta smettendo di piovere ed il sole pallido fa capolino fra le nubi che rimangono nere davanti a me, però adesso la strada è tracciata ed il cavallo, rinvigorito, aumenta la velocità.
Mi viene da pensare che adoravo mangiare i cavalli, rincorrerli e vederli fuggire sotto di me, sbranarli crudi ed inghiottirne ossa, tendini, pelle.
Adesso la gusto ancora la carne di cavallo ma finemente tagliata, insaporita, morbida, gustosa.
Mi sovviene un posto a Babel dove il cavallo è sacro, mi ricordo che Genma mi trascinò di peso in quel posto vegetariano.
Genma! Mi mancherà, così come quegli stralunati di compagni che ho conosciuto a Nemeara!
Ho fermato il cavallo così repentinamente che per poco non cadevo di sella!
Mi sovvengono gli occhi di Giulia e la sua paura, la loro tristezza nobile!
La mia intelligenza non c'era arrivata, accecata dalla voglia di riavere il vento fra le scaglie!
Che differenza possono fare sette giorni! Un mese! Tre mesi!
Il mio gioiello sarà ancora in viaggio e io conosco strade ignote agli umani.
Strade che mi porteranno davanti a lei, nella città più bella del mondo.
Saphir!
In tempo per avere di nuovo il gioiello al collo e potere di nuovo VOLARE!
Come se conoscesse le mie intenzioni il cavallo ha smesso di trottare e si è fermato, serve solo che io lo faccia voltare, adesso la foresta non è più così scura, non piove più, i colori sono limpidi, brillanti, sgargianti sotto il sole dell'ultimo pomeriggio.
La strada per Nemeara sembra più corta di quanto ricordavo e i suoi palazzi e le sue guglie riappaiono davanti a me. C'è tempo!
C'è tutto il tempo del mondo!

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