Fidati di me, sarà una passeggiata!
di Alessandro Dalla Lana

Di certo non s'aspettava un’accoglienza così calorosa. D’accordo, non era da tutti uscire vivi da un’impresa simile. Un giorno e mezzo senza toccare cibo e più di due giorni a cavalcare; considerando poi che nessun nano è nato a cavallo...
Ragionava in questo modo Yndart, guardando le tre donzelle che gli correvano in contro. Con finta disinvoltura tolse un piede da una staffa, preparando un’ammirabile discesa a volo d’angelo. Nobile fu l’intento, un po’ meno l'atterraggio faccia a terra. Mai sottovalutare l'altezza dello stallone.
-Yndart- urlarono accorate le fanciulle -Come stai, caro?
Uno scossone.
-Yndart!
Un altro scossone.
-Svegliati!
Il nano aprì gli occhi. Fanciulle e festeggiamenti scomparvero, lasciando il posto a un buon pavimento di roccia, puzzo di umidità e all’ultima cosa che avrebbe voluto vedere. La faccia di Jorm, quell'uomo sbruffone, antipatico e cercaguai che gli faceva da compagno di viaggio.
-Finalmente sei rinvenuto!- disse l’uomo alzandosi in piedi -Per poco non rimanevi senza barba, da quanto te l’ho dovuta tirare.
Yndart si guardò attorno. La fioca luce nella stanza filtrava da una piccola grata sulla porta; l'unica nota di arredamento era un contenitore di legno, il cui uso gli parve ovvio.
-Dove siamo finiti?
-Devi aver preso proprio un brutto colpo- rise Jorm -se non ti ricordi dell'imboscata. Ora siamo in cella.
-Questo l'avevo intuito- replicò Yndart, iniziando a passeggiare avanti e indietro -Ci sarà pure un modo per fuggire.
-Voi non riuscire- squittì una voce dal fondo della stanza.
Yndart si arrestò di colpo, voltandosi. -Chi ha parlato?
Jorm allargò le braccia. -Dimenticavo. Non siamo soli nella stanza.
Un esseruncolo alto non più di metà nano si mosse nella penombra. Il piccoletto alzò un braccio, alquanto sproporzionato rispetto al corpo.
-Bene venuto, uomo medio. Io essere Grok, prigioniero come voi.
-Senti un po' piccoletto- scandì Yndart -Perché dici che non possiamo fuggire?
-Qui tutti entrare ma nessuno uscire... vivo.
-Ma che dici?- rise Jorm -Nessuna guardia. Fidati di me, sarà una passeggiata.
Un rumore proveniente dalla porta attrasse l'attenzione dei nuovi arrivati.
-Essere ora di aria- disse Grok con tono di superiorità.
-Ecco!- esclamò Jorm soddisfatto -Ci aprono anche la porta!
-Avanti voi tre!- strillò un essere non più alto di Grok.
Fuori della cella li aspettavano altri tre piccoletti.
-Non tutti assieme- urlò il carceriere -Divisi. Ognuno con suo accompagnatore.
Il corridoio si diramava in tre cunicoli e ognuno dei prigionieri ne imboccò uno, spinto dal proprio accompagnatore.
Ma mentre Jorm e Yndart scomparvero nel buio delle gallerie, Grok svoltò subito dentro a una porta. Nella stanza, attorno a un tavolo, c'era una dozzina di suoi simili.
-Allora, Grok, come sono questi nuovi prigionieri? Farai impazzire anche questi?
-Caro Gluk, questi sono i più spassosi da un po' di tempo a questa parte. Soprattutto l'uomo.
-Non s'immagina neppure di essere controllato da più vicino di quanto creda- aggiunse sghignazzando -Sarà uno spasso sentire tutti i piani che ha in mente.
-Ma ancora di più mandarli in fumo!- gridò qualcuno, scatenando la grottesca risata dell'intera compagnia.

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