Liberati
di Filippo Gambacorta

Non c’è stato verso di mandarla via dalla mia vita, come se la storia dovesse andare avanti a tutti i costi. tiziana la più profonda bellezza che si sia mai vista. C’è l’ha fatta ad entrare di diritto in me,cambiandomi, pagando a caro prezzo con quanto di più caro avesse al mondo, la sua bellezza. Altera ,catalana, candida, non ha mai avuto ne la possibilità di studiare ne quella di lavorare, aveva solo il suo corpo slanciato e atletico come una maga nel pieno del suo volo. Con quello c’ha provato, all’inizio, quando ebbe il figlio a diciassette anni, ma allora la cacciarono, era una vigliacca strega ruba giovani e nessuna madre la volle. Scappò lontano dalla sua sardegna, cercò col suo corpo l’amore e nessuno che le facesse domande. Trovò me con lei e tutti contro di lei, perché era troppo bella, adesso l’hanno accettata grazie a me.
Entrò in punta di piedi con un grembiule da bar, tutti l’hanno corteggiata ma ogni volta che si avvicinavano lei spariva, non si sapeva dove andasse e si pensava che l’ultimo uomo che l’aveva avuta la pagava per non farsi vedere. Eppure ogni volta che tornava le mancava qualcosa. Cominciò tranquillamente a dire dei suoi sbadati incidenti in casa, quei punti sulla fronte si vedevano sempre più, marchianti, ma nessuno ci faceva caso, era sempre stupenda. Poi parlando disse che aveva avuto un piccolo intoppo in cucina e la pelle delle braccia che non rimarginava era solo perché… “è estate e d’estate la pelle non rimargina”. Continuava a parlare poco, io la vedevo appena. Non mi è mai piaciuto rompere a quelli che vengono a lavorare di notte al posto nostro.
Una sera volle dirmi una sua battuta in dialetto catalano, io non capii ma risi lo stesso, quando sorrise mi accorsi che le mancavano molti denti ed il ciuffo che poggiava sulla faccia non serviva a rendersi più interessante ma a coprire un occhio malandato e oramai fermo. Iniziai a rendermi conto che c’era del vero nella storia delle streghe che le avevano affibbiato, ma mi accorgevo che più la gente la corteggiava più lei diventava brutta. Si, era diventata brutta, storpia e nessuno andava più a guardarla così un giorno l’accompagnai a casa. Mi disse che ero stupendo dentro, la mia amina era pura e lei non aveva paura di me. Mi disse che quello che le stava succedendo era perché la gente guardava solo la sua bellezza e non le voleva bene realmente, per questo quando si accorgeva che stava andando qualcosa di male con il suo nuovo amore si trafiggeva quanto di più bello avesse, il suo volto. capii quanto la gente ti mette alle strette, capii anche perché tutti mi salutavano ,era per i miei soldi. Me lo fece notare lei, perché io non la guardavo mai ma lei mi osservava insieme a quello che succedeva intorno a me; così prese qualcosa dalla borsa e disse “liberati!”. Io uccisi la mia anima. Uccisi lei.

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