Smemorando qua e la
di Luca Carraro
Un bel casino.
Quello che sto vedendo arrivare verso di me e che punta il mio cuore è quasi sicuramente un pugnale d'argento e per giunta magico!
Ma dico io. Uno non può stare un attimo rilassato e tranquillo in casa propria, che subito cercano di farlo fuori! Sarà già la terza volta questo mese.
Mi viene in mente quella diceria sul fatto che mentre si stia per morire si rivedano le parti salienti della propria vita, ma ascoltate me, sono tutte cazzate. Anzi spendi gli ultimi attimi a ricordare questa stupida leggenda metropolitana invece di avere un ultimo pensiero a come salvare la pellaccia e rimanere vivo.
Intanto i centesimi di secondo si dilatano e vedo distintamente il pugnale avvicinarsi sempre più, tagliare cortesemente senza sbavature la mia camicia di seta nera e proseguire quei pochi millimetri che gli mancano al contatto con la carne.
"…"
E invece nessun dolore, nessun sussulto, soltanto un rumore acuto di qualcosa che rimbalza e cade per terra.
Il signor qualcosa è ovviamente il pugnale che dopo una serie di acrobatici salti e rimbalzi ricade senza vita sul tappeto persiano della camera.
Il mio sguardo passa dalla lama al petto svariate volte, come se stessi vedendo una partita di tennis, e provo a capire il perché dell'accaduto…Niente. Tabula rasa.
Sicuramente un incantesimo o una barriera mi hanno salvato, ma chi me l'ha fatta? E quando?
Bha! Essere portatori di Alzheimer non è per niente facile, soprattutto per quelli come me.
Cerco di riprendermi velocemente e man mano che il tempo passa il mio malumore aumenta esponenzialmente.
Guardo attentamente in giro per scovare il fottuto ninja che mi ha gentilmente quasi fatto fuori. Niente, nessuna traccia. Ma io so, ne sono certo questa volta, che è ancora in casa. Purtroppo per lui.
Chiudo gli occhi e lascio che il mio potere scorra in tutto il corpo. La licantropia è una dote rara, signori, e va usata con parsimonia altrimenti si rischia di pagare un grosso prezzo.
La mia muscolatura aumenta e tutti i sensi vengono ampliati molto più del normale. Niente peli o zanne questa volta, finiamola veloce.
Cammino per il corridoio che ho di fronte e dopo pochi passi il mio naso mi avverte dell'esatta posizione dell'ospite. Nel soggiorno, precisamente di fianco alla porta.
Mi avvicino il più silenziosamente possibile alla parete e quando sono a pochi centimetri da essa anche il mio udito mi da conferma della sua posizione. Sento il suo respiro irregolare e la sua strizza, proprio dietro questo muro. "Ma cosa crede che sia così scemo da entrare dalla porta? …Magari busso prima!"
Sferro un pugno alla parete che esplode in un turbinio di calce ,mattoni e intonaco. Mi faccio largo tra i detriti e afferro al volo la figura incappucciata.
Quello che viene dopo…beh assomiglia molto a uno che apre un vasetto di salsa cocktail ma ci mette troppa forza.
Fatto sta che sono ancora qui, a fumarmi un sigaro mentre guardo l'alba. Buongiorno a tutti.
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