Tregua
di Eleonora Rossetti
Una notte nera, sferzata dal vento che piegava gli alberi più giovani. Nel bel mezzo della pineta, una radura ricoperta da un soffice manto d’erba alta frusciante sotto le spire d’aria.
Un luogo solitario e inaccessibile ad ogni umano, da secoli silenzioso e immutato.
Tranne quella notte.
Le due figure si fronteggiarono. Pochi metri fra loro, eppure riuscivano perfettamente a guardarsi negli occhi. Infine, dopo qualche passo, si voltarono entrambi in modo da mettersi schiena contro schiena. Solo dopo qualche secondo, le loro voci spezzarono il lugubre canto del vento.
<<Patetica ironia... incrociare i nostri cammini senza combattere.>> Un suono stridente, ruvido per le orecchie.
<<Ciò non toglie che possa accadere.>> Una voce morbida come velluto bianco. <<Dipenderà soltanto dalle nostre azioni. E dalle nostre scelte.>>
<<L’aroma del cielo e delle nubi ti hanno dato alla testa, Celestiale.>>
<<Come a te i miasmi del sottosuolo hanno ottenebrato il senno.>>
<<Basta con le ciance. Siamo qui entrambi per un messaggio. Qual è quindi il tuo, solcatore dei firmamenti?>>
Un attimo di silenzio spezzato solo dal vento fischiante tra le fronde circostanti.
<<Il mio signore chiede se il tuo intende rinunciare ai suoi piani.>>
<<Una tregua?>> La risata che scudisciò l’aria avrebbe potuto rompere uno specchio. <<Quale follia! Dovrei essere pazzo al tuo pari per poterti anche solo rispondere!>>
<<Perché? Una lotta eterna non ha senso. Ci impadroniamo delle anime senza lasciar loro il tempo di realizzarsi… che invece scelgano loro da che parte stare.>>
<<Ti dico io come andrà a finire, Celestiale. I mortali si distruggeranno da soli. E nelle viscere del sottosuolo noi berremo il sangue dei cadaveri di cui gronderà la terra.>>
<<Li sottovaluti.>>
<<Quale accorata fiducia! Rammenterò le tue parole mentre mi satollerò con la loro linfa…>> Ancora una cupa risata.
<<Non è fiducia, è consapevolezza. Ma non è facile da comprendere per te. Il vero fulgore della luce spicca solo nelle tenebre più profonde. E anche nella desolazione del mondo, ci sarà sempre qualcuno che riuscirà a risollevarsi.>>
<<Parli come un profeta, messaggero alato.>>
<<E tu come un cieco, servo del nero fuoco. Nessuno di noi, o dei nostri signori, può prevedere cosa accadrà al sorgere del prossimo sole. Ma soltanto gli umani potranno dare significato al nuovo giorno, e alla loro vita. Noi li attenderemo semplicemente, alla fine del cammino.>>
Le due figure si voltarono contemporaneamente. Un movimento, e le ali di entrambi - piume contro nera pelle – si aprirono al massimo in un gesto di commiato che serbava però il seme della sfida.
<<Non è stata presa alcuna decisione, Celestiale. Il mio compito è riferire. Ed è ciò che farò.>> Gli occhi della creatura erano pozzi d’oscurità. <<Ma ti avverto: alla fine del nostro prossimo incontro, uno di noi due si eleverà sul corpo freddo dell’altro.>>
Gli occhi azzurro ghiaccio dell’altro si assottigliarono. <<E sia.>>
Il vento li nascose per qualche istante in un turbinio di foglie secche. Non fecero in tempo a posarsi che le due figure erano svanite nel nulla.

Commenta questo racconto