Il fuoco sacro
di Caterina Armentano

Caos era nato dal tormento e dalla fame. Sorse dalle viscere della terra e con la sua bocca famelica addentò i contadini del villaggio sterminandoli. Il re, Fausto il grande, chiamò a raccolta i migliori cavalieri del regno ma soccombettero alla creatura, tutti tranne una fanciulla straordinaria, dalla pelle diafana e i capelli d’ebano. Grazie alle sue doti magiche ricacciò il maligno nel pozzo dov’era sorto. Il demone, nella lotta alla sopravvivenza trascinò, con sé, all’inferno la splendida dama.



Dominic fissava i ragazzini del borgo menar di spada. Le lame cozzavano e le urla riecheggiavano per tutta la valle. Il ragazzo si avviò verso il gruppo brandendo una spada di legno. Voleva entrare a far parte dei “cavalieri del borgo,”un gruppo di ragazzini scalmanati.
Gaudio, il capo branco, gli andò incontro con un sorriso beffardo.
- Cosa vorresti fare con quella spada?
- Io…io volevo solo provare, far parte dei cavalieri…
- L’avete sentito? – tuonò Gaudio richiamando l’attenzione dei suoi.
Gli altri scoppiarono a ridere.
- Difenditi … - lo ammonì Gaudio.
Dominic non ebbe il tempo di mettersi in guardia, Gaudio lo colpì facendolo stramazzare a terra, spezzandogli la spada di legno.
Dominic trattenne le lacrime.
Una dama a cavallo godeva dello spettacolo dall’alto del suo destriero. Fasciata in un abito di seta, i lunghi capelli d’ebano le incorniciavano il volto diafano.
Scese dalla cavalcatura e si diresse verso il ragazzino. I suoi occhi smeraldo lo fissarono intensamente.
- Ti farò dono di una qualità…
- Una spada vera…
- Ci sono mezzi più sacri per combattere il nemico..
La dama pose le labbra sulla fronte di lui e sparì.



Gaudio ordinò ai “cavalieri del borgo” di condurre al suo cospetto lo scriba del regno e non fu sorpreso quando alla sua presenza arrivò Dominic, molto più determinato di quant’era bambino. Il re, Fausto il saggio, con la sua consorte erano trattenuti in un angolo della sala.
- Il fuoco sacro dimora in te… - disse Gaudio – se non vuoi che uccida il re e la sua consorte usa il potere delle parole e rievoca il Caos dall’inferno.
A Dominic fu data una pergamena e gli fu intimato di leggere. Le parole arcaiche e indomabili fecero scuotere le fondamenta del castello e dal pavimento si spalancò una voragine.
Un essere abominevole si alzò nella sua magnificenza. Tra le braccia teneva una creatura delicata e gentile. La dama del dono.
- Chi ha osato evocarmi?
Gaudio gli si inginocchiò dinanzi e promise sottomissione eterna.
Il demone spalancò le fauci e lo ingoiò. I cavalieri, presi dal panico tentarono la fuga.
Dominic, con il potere delle parole tentò in tutti i modi di ricacciare il demone da dove era venuto.
Quando le parole da sole non bastarono incantò una spada e gliela lanciò tra gli occhi. Il demone fu risucchiato tra le fiamme e la dama scivolò tra le sue braccia.
- Ti farò un dono… - sussurrò la dama.
- Una spada?
No, il mio cuore – e lo baciò.

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