Il Cavaliere della Luna
di Gianni Cheli
La porta della taverna era stata sbattuta.
Breghil udì il suono ovattato mentre guardava l’ennesimo calice di vino, sua delizia, sua croce, sua rovina… ancora un altro e sarebbero tornate a fargli compagnia quelle maledette voci… ancora un’altro e se quella volta fosse stato fortunato non si sarebbe più rialzato.
“Cavaliere della luna! Sei stato scelto per illuminare le tenebre di questo mondo mostrando agli uomini La Via…”
Voci sconnesse gli ronzavano per la testa, ricordi di un tempo che fu… di altre storie, di altri tempi… vecchie cicatrici che si riaprivano e tornavano a sanguinare… come se il tempo non riuscisse mai a guarirle completamente.
“Mai gli appartenenti all’ordine rivelano la loro identità, non sono in cerca di gloria o riverenze… solo uno dei membri puo’ nominarti confratello… e una volta tale, se il tuo valore e il tuo cuore rimarrà puro, dopo la morte raggiungerai le stelle che hai sempre bramato… e una luce risplenderà nei tuoi occhi, radiosi nella notte”.
Le voci… sempre più indistinte.
Immagini e colori del tempo che fu...
Il verde della foresta.
L’ intricata foresta vicina a Camcastle, che negli ultimi tempi era stata teatro di numerose sparizioni, verso cui frotte di avventurieri in cerca di fortuna si erano precipitati.
Era tra le fronde di un albero a riposare, sulla via per Camcastle quando vide due uomini a cavallo: uno di loro lo aveva sfidato, ritenendolo un bandito in attesa di una preda da rapinare, e solo grazie all’ intervento dell’altro cavaliere, Thomas, il duello era stato scongiurato.
Si era unito a loro e aveva imparato ad apprezzarli : Fenith, spaccone ma compagno leale e Thomas cavaliere errante, dallo sguardo triste.
Poi le tenebre della caverna.
Fenith reggeva una torcia e illuminava la via che si inoltrava nell’oscurità; i tre camminarono a lungo fino a che si ritrovarono in un vicolo cieco.
Non ci fu tempo allora.
Qualcosa di enorme piombò giù dal soffitto schiacciando con la sua mole Fenith.
La creatura che in un istante aveva ucciso il compagno ruggì verso di lui. Udì, nella paralisi del terrore, le urla di Thomas che gli gridava di fuggire.
Inutile, le gambe non rispondevano.
Le Fauci del mostro che si aprivano ad un’ampiezza innaturale per inghiottirlo… poi uno spintone e si ritrovò a terra con Thomas ad ergersi al suo posto spada in pugno.
Lo vide gettarsi tra le fauci del mostro, ma prima che le zanne si chiudessero, dilaniandolo, fece in tempo a vedere la lama del cavaliere che trapassava la gola del nemico, fino a sbucare dalla parte opposta.
E fu così che paralizzato dalla paura, rimase immobile guardando il mostro che si dimenava negli spasmi della morte, si accasciava, e scompariva, come se il mondo avesse voluto negarne l’esistenza, rivelando il corpo senza vita di Thomas.
Rimase immobile, osservando gli occhi del cavaliere, dell’uomo che non sarebbe mai potuto diventare.
E vi intravide quella luce..
La luce della serenità di un Cavaliere della Luna.
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