Il Quinto Potere
di Chiara Valentina Segre

“Sono in ritardo”
“Arriveranno”.
La radura della Quercia Madre, chiusa a nord da montagne innevate, profumava d’erba fresca: un ruscello gorgogliava nei pressi e in cielo cantavano le stelle. All’orizzonte solo nuvole, giallastre persino nel buio, e un fumo grigio si alzava dalla terra arida. Da quando i Quattro Poteri si erano dispersi, Thare stava morendo; ovunque vi era desolazione, tranne lì, nell’Ultimo Luogo Sicuro. Eryr strinse gli occhi e scrutò il sentiero. “Nessuno in vista” sospirò Gwiddon; i suoi occhi penetravano l’oscurità per miglia. Eryr guardò a est, nervoso; “Manca poco”. La tunica che indossava era consunta; doveva sentire freddo, che Gwiddon appena percepiva; era una Genmig, fisicamente superiore a un Comune. Ma Eryr era diverso; alto, i capelli lunghi raccolti da un nastro, coraggioso e spontaneo come nessun Genmig che avesse mai conosciuto. Si riscosse: “E’ contro le regole”. Fin dal Grande Scisma, migliaia di lune prima, la razza degli Uomini si era divisa in Genmig e Comuni e il Grande Tabù proibiva ogni contatto, anche fisico, fra le stirpi. Da allora le Guerre per la supremazia avevano martoriato Thare. Gli animali morirono e la terra ingiallì: allora i Genmig interpellarono i Galaeth, gli uomini-stregoni. “Thare” risposero ”è governata dalla Magia dei Quattro Poteri, in armoniosa alternanza. Le vostre guerre ne hanno straziato il cuore e i Poteri sono fuorisciti. Acqua, Aria, Terra e Fuoco senza controllo; Thare non sopravviverà. C’é solo una speranza; riportare i Sacri Talismani alla Quercia Madre, nell’Ultimo Luogo Sicuro, entro l’alba della Nuova Era, dove i Galaeth Maestri evocheranno il Quinto Potere che guarirà Thare. Ma dovranno essere una Genmig e un Comune a compiere l’impresa”. Così furono scelti Eryr e Gwiddon; avevano viaggiato per trenta lune fino ai confini del mondo, sopportato fatiche e privazioni per ritrovare i Talismani in tempo, e ora i Galaeth non si mostravano.
E, infine, il sole sorse. “E’ finita!” sospirò Eryr.
“Non è possibile” gemette Gwiddon. Avevano fallito, condannato Thare all’oblio eterno. “Non piangere ”; improvvisamente Eryr le posò la mano sulla guancia, e lì la trattene; le mancò il fiato “Thare… distrutto.. Tabù...”.
Il volto di Eryr splendeva; nessuno le era mai parso così bello. Sarebbero morti, eppure in quel momento, sospeso nella quiete dell’Ultimo Luogo Sicuro, non aveva paura e desiderava solo prolungare quella gioia infinita. Eryr tremò; “Ti amo”. Lo baciò, e Eryr la strinse forte contro il suo corpo, e intorno a loro, attraverso la Quercia Madre, i Quattro Poteri rifluirono uno dopo l’altro nel cuore del mondo; il cielo tornò zaffiro, l’acqua guarì le crepe della terra e le creature di Thare uscirono nelle valli in fiore. Poco distante, un uomo e una donna dai capelli argentei sorridevano all’ombra della montagna.
“Infine hanno concluso la Ricerca” disse il Maestro.
“Non resta che nascondere nuovamente i Talismani” rispose la sua compagna.
“Fino alla prossima Era…la storia si ripeterà”
“Ma finché riusciranno a evocare il Quinto Potere” la Galaeth sfiorò una primula novella ”per Thare ci sarà sempre una Nuova Alba”.

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