La scheggia di cristallo
di Valentino Sergi

Un manipolo di goblin mi aveva rapito durante una battuta di caccia. Dopo una marcia estenuante eravamo giunti a un accampamento. Era notte, le due lune brillavano piene sulla brughiera. Le creature mi spinsero a terra. Attorno a me si era raccolta una folla numerosa.
<<Ehi piccolo, vieni!>>
La voce dell'orco era roca e cavernosa. Lo seguii osservando gli abitanti dell’accampamento impegnati a smontare le loro tende.
<<È tutto inutile>> pensai <<i miei soldati vi faranno a pezzi prima che...>>
L'urto con il sacco di patate mi riportò con violenza al mondo reale. L'orco sembrava divertito. Aveva una profonda cicatrice violacea che gli solcava il viso verdastro coperto di pustole.
<<Mettilo sul carro>> Mi ordinò.
Mi misi il sacco in spalla e obbedii cercando di non far caso alla gigantesca creatura imbrigliata. Aveva la pelle azzurra ed enormi zampe ungulate; il suo unico occhio rosso brillava nel buio.
<<Non aver paura>> mi disse l'orco accarezzando il bestione <<è buono, ma un po' zuccone.>> <<Come sai la mia lingua?>> Chiesi.
L’orco sospirò e assunse un'aria grave.
<<Non so quali menzogne ti abbiano raccontato ragazzo, ma abbiamo poco tempo e forse questa sarà l'ultima occasione che avremo di parlare.>>
Lo ascoltai attento.
<<Come ben sai, Sono stati dei goblin a uccidere re Manfred, tuo padre, quando eri ancora in fasce>> fece una pausa <<li assoldò la regina.>>
Non riuscii a credere a quelle parole.
<<Menti bastardo!>>
<<Tua madre è un'elfa oscura>> riprese l'orco senza scomporsi <<e presto i suoi simili invaderanno queste terre. Al di là delle montagne stiamo combattendo una delle più sanguinose battaglie di tutti i tempi... da soli>>
Mi alzai di scatto e lo colpii al viso.
<<Basta! Non voglio sentire altro! Uccidimi piuttosto, non voglio più ascoltare le tue bugie!>>
La creatura mi rivolse uno sguardo sorpreso, poi scoppiò a ridere.
<<Sei tutto tuo padre!>> esclamò mentre estraeva un oggetto dalla tasca <<un giorno mi ha dato questo... per te.>>
Era una scheggia di cristallo. Vi era incisa una raffigurazione di mio padre che stringeva al petto un neonato.
<<Il bambino sei tu.>>
Non riuscii a trattenere una lacrima.
<<Cosa volete farmi?>> domandai.
L'orco mi accarezzò <<nulla>> disse <<sei libero.>>
Lo guardai interdetto.
<<La prossima primavera erediterai il trono, ma non so se riusciremo a resistere fino ad allora... ero in debito con Manfred e volevo darti questo prima che fosse troppo tardi. Ora và, forse ci rivedremo.>>
Mi alzai senza dire una parola e mi diressi verso casa stringendo la scheggia nel palmo della mano. Mi sentivo confuso e solo.

***

<<Ottimo lavoro Grunt>>
L'orco si voltò, preso di sorpresa. Il principe era ormai stato inghiottito dal buio.
<<Ora Luthien dubita persino di sua madre e non le mostrerà l'artefatto.>>
L'elfo oscuro indossava un'armatura leggera d'argento brunito. Sorrideva malvagio, pregustando la vittoria.
<<La piaga si diffonderà in poche ore. Non dovremo nemmeno seppellire i cadaveri. I loro corpi si consumeranno e cadranno a pezzi.>>
<<Dovrei avere una ramazza nel carro>> aggiunse Grunt con un ghigno.

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