Attacco mentale
di Virgilio Tuzzi

— Plancia — chiamò Dalseney, — lancia a mare.
— Alasdair — rispose Ktehla, — buona caccia.
La lancia prese il mare lentamente, sorridendo amaramente chiuse la comunicazione impostando la navigazione, pilotandola sotto la gondola di dritta della Mariner, ormai nave fantasma.
Osservò l’Acheron dirigere nella tempesta magnetica, era di nuovo solo.
Larelise, sulla nave corsara, organizzò la squadra dei telepati. Presto la potenza mentale dei Selzerorg avrebbe attaccato suo marito e la Mariner. Gelosamente lo immaginò insieme ad Aldan, l’altelniana, scacciò l'idea con forza.

Dalseney, il corsaro, lentamente scivolò nella follia. Voci dimenticate riemersero
"Dove sono i rilevatori,...
Saremo misericordiosi dandovi una morte rapida e indolore...
— Maledetti! — rispose, incapace di reagire.
Darla Farragut urlò: — DIGLIELO PER PIETA’, FALLI SMETTERE!
Il bisturi affondò nella sua carne, lei urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Alasdair si voltò, osservandola piangendo disperato.
— Se sopravviverò... — Minacciò singhiozzando.
Gli aguzzini scoppiarono in una sinistra risata."
Alasdair pensò a Larelise, alla sua gravidanza, usò la sofferenza per il suo tradimento stoicamente, combattendo il potere mentale dei Selzerorg.
Staccò gli occhi dalla console sorprendendosi a fissare la paratia di prora, imbrattata da un fluido rosso. Lo toccò spargendolo sulle dita “Mio Dio è sangue”. Sfregò con disgusto le mani cercando di pulirle senza riuscirci.
— NOOO! — Urlò inorridito — NON E’ COLPA MIA!


Sull’incrociatore corsaro Larelise sentì la mente di Alasdair vacillare. La donna intuì che suo marito riviveva i terribili momenti della prigionia.
La reazione del capitano mise in allarme la plancia.
— Per Cathrim — esclamò preoccupata Ktehla, — quei demoni sono vicini, bisogna fare presto.
L’ex capitano della Mariner, Farragut, sputò: — Traditore e vigliacco.

I Selzerorg individuarono la Mariner, avvicinandosi cautamente temendo qualche nuova astuzia dei regaliani.
La mente del barone, annichilita, percepì sua moglie.
— NO! — Urlò — LARELISE NON GUARDARMI, NON ADESSO.
Aldan fissò Larelise “Proteggila a costo della vita…” ricordò l’ordine di Dalseney, avrebbe obbedito perché era il suo capitano e perché lo amava.

La principessa soffriva sforzandosi di mantenere lucida la mente del marito, mascherandola ai Selzerorg.
La Svedta era vicinissima, presto avrebbe attaccato. A bordo dell’Acheron trattennero il fiato, se il piano falliva non sarebbero sopravvissuti.
La Coscienza Selzerorg scandagliò la Mariner protetta dall’energia mentale regaliana, perché non reagivano?

“Attiva il comando a distanza”, Larelise forzò la mente di Alsadair.
Una tenue nebbia rossa avvolgeva Dalseney; sulla console lampeggiava il segnale computerizzato: la nave Selzerorg era a tiro. Ansimando la raggiunse, le voci tacquero, riuscì a pensare a Larelise e alla bambina emergendo dalla follia.
— All’inferno.

La Mariner tornò in vita.
La Coscienza Selzerorg sentì una sola presenza “All’inferno” e finalmente capì. L’ordine di invertire i motori, creando una sfera energetica, arrivò troppo tardi.

La Mariner, in rotta di collisione, rallentò.
I negromanti sulla Svedta non resistettero alla sua massa, la nave proseguì.
I due scafi sembrarono fondersi, accartocciandosi, deflagrando in un’enorme fiammata.
L’onda d’urto proiettò la lancia nella tempesta. Alasdair, come una marionetta, urtò la paratia con la testa. Il suo ultimo pensiero cosciente fu per Larelise “Ti amo”.
Una chiazza di sangue si allargò sotto di lui.

Commenta questo racconto