Caccia al drago
di Gianluca Giannattasio

_ Sbrigati!
Il balestriere corse lungo la linea tracciata dalle scanalature naturali della caverna mentre i boati scuotevano il complesso con orribili rimbombi.
_ Ci sono!
Senza pensare si accucciò dietro un masso che gli parve fatto a posta e caricò l’arma. Fos, lo stregone, aveva preparato un veleno incantato per i dardi del cecchino.
Il ruggito del Drago esplodeva nella grotta facendo gemere le pareti con uno scricchiolio sommesso.
Erano bloccati nelle viscere della montagna, due chilometri quadrati di superficie ad ospitare un migliaio di esploratori e l’animale preistorico che da solo occupava metà dello spazio.
Ygo rabbrividì mentre la balestra gli divenne pesante tra le braccia, tanto che distolse la mira.
_ Dio…
Solo ora capiva quanto fosse grosso.
Si segnò il petto col simbolo della propria fede. Era disarmante constatare come fossero piccoli quei puntini brulicanti intorno alle zampe ungulate. Alcuni plotoni si ostinavano a girare intorno alle quattro colonne scarlatte, speravano di scalfirle colle loro spade spuntate.
Tante formiche.
Ygo ripensò a quando aveva accettato la spedizione. Un Drago si risveglia ogni cento anni, l’ultimo aveva ammazzato suo padre in un combattimento simile e distrutto una città vicina…
La coda frusciò nell’aria colpendo un punto della volta.
Una scossa sismica, parte della struttura che cedeva, gruppi di stalattiti piombarono in basso, simili a dita enormi che puntavano contro le fila di fanti.
_ Ygo!
Ygo era a terra. Una delle infinite prolunghe della coda aveva sfiorato il suo appostamento spazzandolo via. Ora mentre cercava di capire dove fosse Andin lo schiaffeggiava isterico.
_ Dai, muoviti!
Gli cacciò una di quelle pillole in bocca. I preparati del reparto guaritori avevano effetto immediato. Stavolta, però, il cecchino impiegò un minuto di più per riacquistare coscienza. Nel frattempo un'altra immagine, quella in cui un bambino di sette anni veniva sollevato nella baita del villaggio natio, due braccia forti che lo sorreggevano e una faccia barbuta e sorridente che diceva:

Vola Ygo, vola se no il drago ti mangia!

Il cecchino si strofinò gli occhi con rabbia. Non era lui la cena.
_ Amico, Finalmente!
Andin non si offese quando la mano del balestriere lo scostò bruscamente. Era troppo felice di rivederlo. Soltanto Ygo, e la sua vista di mezz’elfo, erano capaci d’ultimare la missione. Centrare la pupilla del drago, nell’unico occhio bestiale, e nel buio della caverna.

Ne aveva soltanto due, Fos non aveva saputo fare di meglio:
_ No! _ strillò Andin.
La prima freccia si conficcò nella cornea. Il drago ammiccò inconsciamente infastidito dall’attacco.
_ Forza…
Il balestriere si concentrò al massimo, non avrebbe avuto altri tiri.

Vola Ygo…

La corda si tese. L’ultimo grido disperato segnò che la bestia capitolava. Moriva schiacciando mezzo esercito con ogni probabilità ma non importava, erano numeri.
Ora potevano iniziare lo scuoiamento. La pelle di drago si vendeva bene nei ricchi reami circostanti. Molti passavano a miglior vita svolgendo questo mestiere però era il business della nazione di Krun, e la paga di un buon balestriere non era male.

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