Liberazione
di Gianfrancesco Iannizzi
Un solo suono, in quella pianura immobile: una vanga, che senza esitazioni, da ore, implorava il terreno di aprirle le porte del suo strato più morbido, meno bruciato dal sole, più fertile.Mani sulla vanga, un uomo curvo, forte e abbronzato, che sembrava senza tempo come la pianura che aveva sotto i piedi.
Era arrivato tre anni prima. Aveva visto un vecchio che sembrava dover morire da un momento all'altro: eppure nelle sue mani la vanga continuava ad alzarsi e abbassarsi con quella cadenza eterna, che ora lui aveva ereditato; sembrava che fosse destinata a sconfiggere il tempo, sempre picchiando contro la terra come un solitario, testardo rintocco di vita in quel nulla scintillante di sole e polvere.
Quando era arrivato su quella pianura era ferito, affamato, determinato a sopravvivere e a lasciarsi alle spalle il mare di sangue a cui si era abbeverato più volte con la frenesia di una bestia, e nel quale aveva rischiato di essere sopraffatto.
Aveva aspettato che il sole picchiasse più duro, mentre toglieva la sella al cavallo mezzo morto che gli aveva permesso la fuga e lo lasciava andare:
aspettava che il vecchio mollasse quell'orrendo pezzo di ferro e si riposasse un attimo; e appena questo si era seduto sotto l'unico albero lui si era avvicinato, aveva superato il disagio che cresceva in lui come se quella maledetto attrezzo fosse un patibolo. E si era messo a zappare.
Il vecchio per poco non ci rimaneva, mentre con gli occhi pieni di paura vedeva un altro uomo che afferrava il suo bene più prezioso, la sua croce:
ma poi aveva visto che quest'altro prendeva il suo posto, e i due si erano guardati. Due sopravvissuti, il cui unico desiderio era l'oblio. E lo sguardo di quello nuovo gli diceva: sì vecchio, hai trovato qualcuno che porti il tuo macigno. Ora vai e muori se credi, ma sii sereno, perché il destino mi ha mandato a dirti che hai scontato abbastanza la tua vita da poter trovare la pace.
Mentre si concentrava per trovare il ritmo e cercare di rimanere in piedi per il resto del pomeriggio senza cedere alle ferite, l'uomo sentì il vecchio che gli passava lentamente accanto diretto chissà dove, e lentamente gli poggiava una mano sulla spalla, per poi perdersi nel sole abbagliante.
Ora sì che era diventato il suo erede.
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