Coniglio Rosa
di Flavio Bissolati

Sangue.
Buio completo. L'unica luce è la luna.
Siegfried la guarda, la spada grondante porpora nella destra e qualcosa simile ad una testa nella sinistra. Il vestito di cuoio nero ora è quasi completamente rosso. I lunghi capelli rame al vento. A terra miriadi di corpi straziati: elfi, nani, uomini, orchi, vampiri, licantropi e perfino draghi.
Tutti sparsi sull'umido terreno.
Siegfried scorre tutta la distesa lentamente, con lo sguardo appannato e perso. La luna ora è oscurata dalle nuvole della notte. C'e ancora qualcuno in vita o quasi, come l'elfo che si contorce lì vicino. Si odono anche dei grugniti di dolore di qualche orco.
Il vento è poco più di un lieve alito di morte che soffia tra i cadaveri come un sospiro.
Siegfried è in ginocchio, immerso nella lenta contemplazione della devastazione.
Riesce a scorgere qualche individuo della sua razza, con gli stessi abiti di cuoio. Uno ha un lungo mantello nero. Il comandante, o per i vampiri, il Patriarca.
Tutto è nel silenzio.
All'improvviso una figura appare su di un'altura. Siegfried scatta in piedi, gli occhi sbarrati.
Un coniglio.
Eretto sulle zampe posteriori si avvicina lentamente. Ha un cesto nella zampa sinistra.
Un cesto di fiori. È sempre più vicino. Mantiene il suo passo lento fino a circa cinque metri da Siegfried.
È rosa.
È un coniglio rosa.
I suoi occhi rossi fissano il vampiro. Dopo una pausa interminabile, di minuti o ore non è chiaro, il coniglio ride. Una risata frenetica, quasi isterica. Siegfried ora è davvero spaventato.
"Chi sei?"
"Sei ancora vivo Siegfried?"
"Ti ho chiesto chi sei!"
"Mi hai davvero stupito stavolta. Chi avrebbe mai pensato che l'unico sopravvissuto saresti stato proprio tu Syd!" Il coniglio ride ancora.
"Non mi vuoi proprio rispondere?"
"Quanti ne hai uccisi Syd? Sono proprio curioso. Tu che sei sempre stato il più debole. Tu che predicavi la pace e che rifuggivi la violenza. TU che avevi paura perfino di bere il sangue come gli altri tuoi fratelli."
"Chi diavolo sei?" Siegfried urla con tutta la sua rabbia.
"Io vivo nella tua testa Syd."
"Allora tornaci dentro e non uscirne più! Non farti più rivedere! Tu non esisti perciò stai zitto!"
"Questo la dice lunga sul tuo stato mentale. Io non esisto in effetti, eppure tu sei qui che parli con me e cerchi di mandarmi via. Sei scortese mio caro Syd."
"Cosa vuoi da me?"
"Solo rammentarti quello che sta succedendo. Sono tutti morti. Li vedi? Sono tutti qui. La battaglia è finita ed un solo individuo è ancora vivo. Tu Siegfried. Ora tutto è nelle tue mani. Ora sei tu il Patriarca, il signore dei Vampiri. Il mondo è tuo!"
Il coniglio ora è sulla sua spalla.
"Abbandona la malinconia del passato. Sii veramente te stesso."
Lo sguardo di Siegfried è diabolicamente rosso sangue. Si fa largo nel mare di cadaveri e giunge sull'altura. Il pugno alto in cielo. Un fulmine squarcia le nuvole.
Una nuova era è iniziata. L'era del Sovrano dei Vampiri. Siegfried il Serpente.

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